UNA LETTERA A GIORGIO NAPOLITANO DEI DIPENDENTI DELLA MICRON DI CATANIA
“Caro Presidente, qua non ci stanno licenziando perche’ l’azienda e’ in crisi, e neppure perche’ non siamo bravi. Hanno semplicemente deciso di delocalizzare il nostro lavoro. Stiamo diventando merce di scambio”. E’ un passo di una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla rappresentanza sindacale unitaria dei 324 lavoratori di CATANIA della Micron, la multinazionale che ha rilevato da Stm la divisione memorie Numonyx e che il mese scorso ha deciso di tagliare 420 posti in Italia, 128 dei quali nel capoluogo etneo.
A Napolitano, che arrivera’ a CATANIA martedi’ prossimo per una visita ufficiale l’indomani, i dipendenti di Micron chiedono di intervenire con STMicroelectronics, azienda che li ha “ceduti senza il nostro consenso”. Al Capo dello Stato viene chiesto di “intervenire col Governo Italiano affinche’ esso, esercitando il proprio ruolo di azionista pubblico, possa intervenire su St per costringerla ad assumersi le proprie responsabilita’”. “A molti di noi – scrive la Rsu – viene chiesto di andare a lavorare o in America o a Singapore. Il lavoro che ora Micron ci vuole negare e’ dignita’, non e’ solo un mezzo di sostentamento. Sul lavoro si fonda la nostra Repubblica di cui Lei, caro Presidente, e’ il piu’ illustre rappresentante. Sul lavoro deve puntare la nostra societa’, il nostro Stato, perche’ – conclude la nota – senza lavoro non c’e’ piu’ dignita’, non c’e’ piu’ crescita, non c’e’ piu’ futuro”
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