Miccoli: “L’esperienza di Mutti serviva proprio al Palermo”

64 gol in 138 partite. Questo è il record di Fabrizio Miccoli, capitano e leader del Palermo. Contro l’Inter, mercoledì sera, ha realizzato la sua seconda tripletta con la maglia rosa nero ed ha prima raggiunto, e poi scavalcato, Radice, ormai ex detentore del record. Per festeggiare questi strepitosi numeri, il Romario del Salento è tornato a “parlare”e noi di LinkSicilia c’eravamo.

Fabrizio, complimenti. Hai superato un record storico e credo tu sia molto soddisfatto. Ma a parte questo, non ti senti un po’ sottovalutato da quello che hai fatto in carriera?

Penso che ognuno di noi ha ciò che ha grazie a quello che si è fatto. Le mie scelte, lungo l’arco della mia carriera, sono state prese sempre col cuore e un po’ con la testa. Quindi penso di essermi meritato la carriera che meritavo.

Dopo questo ultimo anno vissuto tra alti e bassi, possiamo dire che è iniziata una nuova giovinezza col 2012?

Gli alti e bassi sono dovuti magari da problemi mentali e non fisici perché comunque, nonostante alcuni problemi, l’anno sono stato il capocannoniere della squadra. Quest’anno non è andato molto bene, ma sto migliorando giorno dopo giorno.

Ti da fastidio il fatto che tu debba sempre riconfermare ciò che hai fatto nelle passate stagioni?

Un po’ si perché sono uno dei pochi “costretto” a farlo.

Come mai sei rimasto in silenzio per così tanto tempo?

Semplice, perché uno dev’essere giudicato per quello che ha fatto. Dopo la vittoria contro l’Inter del girone d’andata sono stato messo in primo piano per motivi non legati al calcio, ovvero perché conoscevo una persona figlio di qualcuno d’”importante”. Questa persona (Mauro Lauricella – ndr) è però incensurata, è una persona che mi ha sempre rispettato. E non è stato per niente giusto che per 3-4 gironi io sia stato trattato così male. Per questo ho aspettato 6 mesi, perché volevo che fosse la mia prestazione a mettermi in primo piano.

Hai mai pensato di venire a dire proprio queste cose, 5 mesi fa?

No, ho preferito dirle adesso per vedere come si sarebbe evoluta la situazione. Sono contento infatti di parlare soltanto adesso.

Quindi oggi torni a parlare perché c’è maggiore serenità?

Sinceramente, mi hanno convinto perché io non ero affatto intenzionato. Però mi hanno fatto capire quanto, avendo raggiunto un risultato importante, fosse giusto venire a parlare con i giornalisti per commentarlo. E comunque, voglio ringraziare i compagni e gli allenatori che ho avuto, che mi hanno aiutato a fare quello che ho fatto.

Sappiamo che hai ricevuto i complimenti anche dal Presidente, proprio lui che però pensa tu sia più incisivo a partita in corso. Lo hai ampiamente smentito…

E’ una cosa che dice sempre, così come altre tante cose che si raccontano sul mio conto. A me però non interessa, io dimostro sempre il mio valore in campo grazie ai miei compagni, in special modo Migliaccio che mi ha sempre difeso.

Nel tuo record, quale gol porti nel cuore e quale rammarichi di non aver segnato? E poi vorremmo capire cosa accade dentro di te quando giochi a San Siro, perché sembri incredibilmente più forte.

San Siro è uno stadio che, vuoi o non vuoi, ti da comunque delle motivazioni speciali. Il gol che conservo è quello fatto alla Juve, nel 2-0 a Torino; mentre fino a qualche mese fa m’intristivo ripensando al rigore sbagliato col Bari ma, venuto a sapere quel che c’era dietro, sono molto orgoglioso di averlo sbagliato, nonostante, ripeto, non sapessi nulla.

Che Palermo hai trovato al ritorno dalle vacanze? Guarito o ancora convalescente?

Allora, quest’estate dissi che dovevamo pensare alla salvezza e molti risero; invece, guardando quello che siamo adesso, secondo me, stiamo facendo il campionato che ci meritiamo. Abbiamo passato due brutti mesi; stiamo però ritrovando continuità in casa e cercando di imporre il nostro gioco anche in trasferta. L’obbiettivo comunque rimane la salvezza, soltanto dopo possiamo iniziare a prenderci delle soddisfazioni.

Cosa ha portato Mutti? Ordine, o magari un po’ di buon senso?

Mi ha molto colpito il mister perché è una persona semplice, educata e disposta al dialogo ma allo stesso tempo, pretende molto. Credo che comunque abbia portato tanta esperienza che, data l’età media della squadra, era quello che mancava.

Ultimamente lo stadio è praticamente vuoto e col Genoa si è registrato il minimo storico. Da capitano, cosa pensi di questa situazione?

Non fa certamente piacere però credo che quando non ottieni buoni risultati per due mesi di fila, è normale che i tifosi abbiano meno interesse a venire allo stadio.

Alberto Prestileo

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