I lavori al parlamento regionale non sono ancora ripresi dopo la pausa estiva, ma questo non ferma il motore della politica. Se Partito democratico e Movimento 5 stelle sono impegnati a studiare il perimetro del campo largo e il presidente della Regione è costretto a fare la conta degli alleati che sarebbero pronti a scendere in campo per sostenere la propria candidatura, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè preferisce scegliere, almeno a parole, una linea più attendista, predicando pazienza.
«Alle Regionali manca ancora un anno e mezzo» dice a MeridioNews. Eppure qualcosa si muove, con le cronache giornalistiche che raccontano di un incontro a Catania tra il commissario regionale di Forza Italia e Nicola D’Agostino, presidente del gruppo parlamentare di Italia Viva in quota Sicilia Futura, pare, per trattare un possibile passaggio tra le fila degli azzurri dello stesso D’Agostino e dell’ex assessore regionale Edy Tamajo, completando la smobilitazione in atto tra i renziani e mettendo a segno così un colpo da circa 25mila voti tra Catania, dove D’Agostino è stato eletto con quasi 11mila voti alle ultime Regionali, e Palermo, con Tamajo, che peraltro con il presidente dell’Ars ha condiviso una parte del proprio cammino in politica sotto la bandiera degli autonomisti del movimento Grande Sud.
«Io parlo assolutamente con tutti e questa non è una novità – continua Miccichè – I rapporti personali sia con D’Agostino che con Tamajo sono da sempre ottimi, per cui da sempre si discute. Poi nella discussione ci sono tanti ragionamenti che si fanno e che stiamo continuando a fare. Non c’è niente di firmato e niente di certo, ma non c’è dubbio che sono due tra i migliori deputati che ci sono in assemblea regionale. Con D’Agostino non abbiamo mai condiviso nessun percorso politico, fino ad oggi, ma lo conosco da quando era bambino. Sono persone perbene, capaci, che hanno i voti, non ragionare con persone così sarebbe la negazione della politica».
Da diverse settimane, tra l’altro, si vocifera di Edy Tamajo come un profilo perfetto per unire il centrodestra alle imminenti elezioni che decideranno il nome del prossimo sindaco di Palermo, in competizione sullo stesso fronte con l’ex vicesindaco Francesco Scoma, forzista poi transitato in Italia Viva, ma dato per prossimo partente, direzione Lega, e il redivivo Francesco Cascio, ex presidente azzurro dell’Ars. Una corsa che potrebbe entrare nel vivo già tra pochi giorni. «Tamajo non mi ha mai accennato questa volontà – commenta Miccichè – Per il sindaco di Palermo le candidature sono tante, c’è tanta gente bravissima, la settimana prossima si ricomincerà a discutere di questo e di altro».
Ma anche in questo caso, senza fretta. «Quelli che hanno premura sbagliano – spiega l’ex ministro – In politica non bisogna mai avere premura, bisogna aspettare i tempi corretti. Dal rientro in Parlamento si comincerà a parlare della sindacatura di Palermo, che è la prima vera scadenza importante che c’è, solo dopo si inizierà a parlare delle Regionali. Mettere tutto insieme ora significa creare confusione, una cosa che non sono abituato a fare».
Discussioni, quelle che aspettano il centrodestra, che non potranno non tenere conto del peso raggiunto dalla Lega negli ultimi tempi, anche se a riguardo Miccichè appare scettico. «Non lo so, non ne ho idea – conclude – Considerato però che alle ultime elezioni europee la Lega in Sicilia ha preso il 20 per cento, non penso che andrà a migliorare, penso che arretrerà. Oggi le geografie politiche in termini di voti credo che siano abbastanza diverse rispetto alle ultime elezioni, per cui vedremo. Ma io ne sarei solo felice, più sono forti i partiti della coalizione più sono felice io. Sammartino è stato un ottimo acquisto, altri non ne ricordo».
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