Le parti in causa dovrebbero esserci tutte: i sindacati, la Ferrovia Circumetnea e la Cmc di Ravenna. I lavoratori del colosso delle costruzioni hanno ottenuto quello che speravano, dopo due giorni di sciopero adesso sospeso: un tavolo in prefettura per discutere della vertenza che li riguarda e che rischia di mettere a repentaglio la chiusura dei cantieri per la metropolitana di Catania. E, in particolare, per le tratte Stesicoro-Palestro e Nesima-Monte Po. L’appuntamento è fissato per il 22 marzo a Palazzo Minoriti e l’attesa è per la risposta di Fce alle richieste dei sindacati: vista la crisi di liquidità di Cmc, le sigle sindacali domandano che sia la stazione appaltante a pagare le spettanze agli operai, senza passare attraverso l’azienda. Di oggi è, inoltre, la notizia che Cmc avrebbe intenzione di fare ricorso alla cassa integrazione per la quasi totalità dei lavoratori a livello nazionale.
La convocazione dell’incontro prefettizio arriva dopo che, ieri mattina, le maestranze avevano bloccato i cantieri catanesi. Sabato scorso, l’impresa ha comunicato di non potere pagare lo stipendio di febbraio fino a, quantomeno, metà aprile. Dopo, cioè, la valutazione del tribunale di Ravenna sul piano industriale presentato dall’azienda per seguire la procedura di concordato preventivo. A questa notizia, i lavoratori erano saltati sulla sedia e avevano incrociato le braccia, pretendendo l’attenzione delle autorità regionali e locali. Il primo a rispondere era stato l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone: «Siamo in costante contatto con gli attori della vertenza, seguendo l’evolversi della situazione», aveva dichiarato il componente della giunta di Nello Musumeci.
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