Metro, le criticità dopo l’inaugurazione di Stesicoro «Andare in centro con il passeggino? È un dramma»

Lavori per l’apertura delle nuove tratte della metro in corso e criticità su quelle già esistenti. L’ultima stazione della metropolitana, Stesicoro, è stata inaugurata in occasione delle festività natalizie e per quelle di Sant’Agata è stata presa d’assalto dai catanesi, registrando circa 90mila passeggeri. Gli operai sono all’opera per completare la stazione Giovanni XXIII e per rendere fruibile l’ascensore di Stesicoro. Ma non mancano problemi nelle altre tratte. Tra infiltrazioni d’acqua dal tetto, tornelli e tabelloni degli orari spenti, scale mobili ed elevatori inagibili. «È un peccato perché averla è tanto, averla perfetta in tutte le sue parti sarebbe fantastico», dice Francesca, una studentessa universitaria che si sposta quotidianamente con la metro.

Andare in centro con il passeggino? È un dramma

I primi scavi per la realizzazione di una linea ferroviaria interrata nella città di Catania sono iniziati nel 1986 su viale Ionio e via Giuffrida. Dopo trent’anni è stata aperta la tratta che conduce fino al centro cittadino, in piazza Stesicoro. Una linea di 1,9 chilometri che si è aggiunta ai precedenti 3,8, attivi. Questi ultimi a partire dal 1999. «Per me è stata una rivoluzione l’apertura di quest’ultima tratta. Lavoro in corso Sicilia e abito in piazza Cavour per cui non prendo più la macchina e mi rimangono in tasca i soldi che prima spendevo per la benzina», racconta Guido. «Il problema è che, a volte, ci sono dei ritardi, altre volte non funzionano le scale mobili. In quest’ultimo caso è un dramma quando io e mia moglie scendiamo in centro con i bambini e i passeggini», continua. Un episodio che si è verificato anche per Sant’Agata nella stazione Stesicoro. 

In tutte le fermate gli ascensori sono spenti e, ogni tanto, capita che le scale mobili si blocchino. In un’uscita della stazione di corso Italia una rampa è chiusa da mesi per lavori. Nella stessa alcuni tornelli non funzionano. Una situazione che si verifica anche nelle stazioni Giovanni XXIII e Galatea. Qui a non funzionare sono pure i tabelloni con gli orari di arrivo dei treni e la biglietteria automatica. Oltre a essere evidenti le infiltrazioni d’acqua dalla copertura. «Quando passo da lì è come se mi piovigginasse in testa. Sarebbe il caso di rendere ancora più forte e preciso un servizio che rappresenta già un passo avanti per questa città. Per esempio è stato bello arrivare un giorno alla fermata Stesicoro e trovare le panchine», afferma Gioiosa, una signora anziana che usa la metro «per andare a fare la spesa alla fera ‘o luni. Prima, con tutti gli acciacchi che ho, me lo potevo sognare di scendere a piedi». 

Cassandra Di Giacomo

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