Che sarà distribuito o meno, il metro anti-obesità ha già incuriosito non poche persone. Un’idea all’apparenza stravagante che è stata lanciata nei giorni scorsi da Donato Greco, direttore generale della Prevenzione del ministero. Ma non si è giunti nemmeno alla serata che prontamente il ministro Sirchia ha provveduto a smentire la volontà di attuare un tale progetto.
Ma, per quanto strano possa sembrare, il metro anti-obesità si baserebbe su dati scientifici. Secondo alcuni studi, infatti, la pancia è il primo segnale evidente dell’obesità.
Così, sempre secondo questi studi, si dovrebbe dire addio al vecchio metodo di misurazione. Non serve più calcolare il “il “body mass index”, l’algoritmo derivato dalla misura del peso e dell’altezza in rapporto all’età.
L’unica cosa che ci servirebbe è questo metro e, una volta calcolata la circonferenza della nostra pancia, stabilire se siamo obesi o meno. Ma attenzione a non essere generosi con noi stessi. I limiti equivalgono a 88 centimetri per le donne e 102 per gli uomini.
Dopo un momento di perplessità per capire a quale taglia potessero corrispondere tali valori, abbiamo realizzato che la taglia limite è, approssimativamente, per gli uomini una 50 e per le donne una 46.
Appurata la smentita del ministro Sirchia, abbiamo comunque deciso di sondare cosa ne pensano i giovani dei Benedettini di questa idea nell’ipotesi che venisse applicata.
La maggioranza dei ragazzi, ben 23 sui 25 intervistati, dopo essersi guardati perplessi per il dubbio di superare i limiti indicati dalla proposta di Greco, ha reagito negativamente all’idea.
“È assurdo. Pazzesco”,”non è giusto”,”è inutile“.
Quando ne abbiamo chiesto i motivi ci hanno risposto che “ognuno è libero di pensare per se stesso” e che “è un’offesa per la gente”
La minima percentuale che si è discostata dagli altri ha risposto:
“Penso sia giusto soprattutto se applicato a dei bambini. È un modo per prevenire. Ma si dovrebbero ristabilire alcuni parametri come l’età e l’altezza.”
“È un’idea interessante, ma lanciata in un contesto sbagliato. La nostra è una società critica, ma non autocritica. E qui le verrebbe messa davanti una realtà scomoda.”
Pareri quasi omogenei per quanto riguarda le possibili conseguenze che questo progetto potrebbe avere.
“Nessuna”, ” solo in pochi terrebbero conto dei valori dati”, “tocca una sfera troppo intima e non credo che le persone ne terranno conto se non in minima parte”.
Coloro che invece hanno visto delle conseguenze hanno parlato del rischio anoressia nelle giovanissime che si sentirebbero, in questo modo ancor più sotto pressione. E qualcuno lancia addirittura una proposta provocatoria:
“Hanno pensato alla legge contro l’anoressia?”
Abbiamo subito sedato gli animi ricordando che ciò di cui stiamo parlando è stata un’idea lanciata ma subito smentita. Si può stare tranquilli, a seconda dei punti di vista, ancora per un po’.
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