Messina, umiliata la sanità pubblica con la chisura del Punto nascita dell’ospedale Papardo

PASSA LA LINEA DEL GOVERNO CROCETTA, DELL’ASSESSORE LUCIA BORSELLINO E DEL DIRIGENTE GENERALE MICHELE VULLO. POLITICI E SINDACALISTI DELLA CITTA’ DELLO STRETTO – CON IN TESTA L’EX MINISTRO D’ALIA – HANNO FATTO UNA FIGURA DA DUE SOLDI

Che delusione Michele Vullo! Un tempo sindacalista della Cgil siciliana, in prima fila nelle battaglie civili. Oggi uomo di punta del Governo regionale di Rosario Crocetta nella sanità pubblica. Dirigente generale a Messina. Dove il caro Michele ne sta combinando di tutti i colori. Tutto per compiacere chi l’ha nominato.

Cosa non si fa per “tirare quattro paghe per il lesso”, per dirla con Carducci.

Vullo, di fatto, fa parte di quella sinistra che sinistra non è mai stata, se non nelle poltrone da andare ad occupare. Alla fine, pur di acchiappare un posto, si è intruppato in un Governo che, anche nella sanità pubblica della nostra Isola, invece di fare gli interessi dei siciliani, segue le direttive romane che puntano a ridurre i servizi alla nostra Isola. Per ‘risparmiare’ sulla pelle dei ciottadini nel nome dell’austerità imposta dall’Europa.

Contrariamente alla volontà di una città – Messina – Vullo ha disposto chiusura del punto nascita dell’ospedale Papardo a partire dall’11 agosto, accorpandolo con il reparto dell’ospedale Piemonte. 

Ribadiamo: una scelta che ha adottato contro il parere dei cittadini messinesi. Con la debole protesta di tutta la politica locale. Compreso il Sindaco ‘rivoluzionario’ Renato Accorinti, che sulla sanità pubblica sembra aver ammainato la bandiera della ‘rivoluzione’. Chissà perché.

Davanti alle proteste della popolazione il dirigente generale Vullo ha fatto una mezza macchina indietro. Dicendo che l’accorpamento è solo temporaneo. Una sceneggiata. L’ennesima presa in giro alla quale, di fatto, la politica messinese – in buona parte fallimentare almeno quanto quella del Governo Crocetta – sta prestando il fianco.

Anche i sindacati non ci convincono fino in fondo.

Leggiamo un a dichiarazione sul sito della Cgil Funzione pubblica di Messina:

“A questo punto la Fp-CGIL ritiene necessario un’immediata revoca della delibera da parte del Direttore Generale dott. Vullo, auspicando di risolvere la questione dell’allocazione del punto nascita nel corso dell’incontro, da noi richiesto, con l’Assessore alla Sanità dr.ssa Borsellino e trovare definitivamente la soluzione migliore per il benessere e la salute di tutti i cittadini messinesi”.

A nostro avviso, i politici e i sindacalisti di Messina stanno prendendo in giro i messinesi. La revoca della delibera, in termini operativi, non significa nulla.

La politica messinese sta prendendo in giro i cittadini. Con in testa l’ex Ministro Giampiero D’Alia, che in questa storia rischia di perdere la faccia (D’Alia, sponsor, insieme alla sua Udc, del Governo Crocetta, si è schierato contro la chiusura del Punto nascita dell’ospedale Papardo: ma Vullo ha tirato dritto, dimostrando, almeno fino ad ora, che D’Alia a Messina conta poco o nulla).

La stessa cosa stanno facendo i sindacalisti. Se i politici di Messina e i sindacalisti non fossero al soldo del Governo Crocetta, a quest’ora Vullo si sarebbe non soltanto rimangiato la delibera, ma avrebbe revocato di corsa l’accorpamento. Invece l’accorpamento è passato, definito gesuiticamente “temporaneo”.

Ribadiamo: a nostro avviso i politici e i sindacalisti stanno prendendo in giro i messinesi. Sottobanco sono d’accordo con il Governo Crocetta e con Vullo. Stanno solo recitando la parte nella speranza che i cittadini di Messina si abituino alla novità e accettino l’ennesima penalizzazione nella sanità pubblica nel loro territorio. Il resto sono chiacchiere da bar.

Redazione

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