Egregio direttore,
sono una dipendente della Formazione professionale siciliana. Leggo da qualche giorno il vostro quotidiano. Ma già l’apprezzo per il tono deciso e per la voglia di verità.
Leggendo un articolo di qualche giorno fa ho riflettuto su un punto. Voi avere scritto che tutta la Formazione professionale della Sicilia, a partire dal 2012, è pagata con le risorse finanziarie del Fondo sociale europeo.
Ebbene, io non vengo pagata dal settembre del 2012.
Mi chiedo e chiedo: ma se a partire dal 2012 la Formazione siciliana è pagata con i fondi europei – che ci sono e sono in parte non spesi – com’è possibile che io – assieme a tanti altri colleghi e colleghe – non veniamo pagati?
Le risorse del Fondo sociale europeo destinate alla Sicilia – con ‘esclusione dei 452 milioni mandati a Roma e ‘tornati’ con il Piano Giovani – sono a destinazione vincolata (e forse, per quello che ne capisco con la mia modesta laurea, anche i fondi del Piano Giovano andranno comunque rendicontati a Bruxelles) – non possono essere utilizzati per altre finalità. Perché ciò configurerebbe il reato di distrazione di fondi pubblici.
Torno a chiedermi e a chiedere: com’è possibile – se i soldi ci sono – che io e altri colleghi non veniamo pagati? Siamo sicuri che si tratta solo di ritardi? C’è, per caso, dell’altro che noi non sappiamo?
Non mi firmo – ovviamente – per evitare rappresaglie.
Egregia lettrice,
neanche a noi convince la tesi che i ritardi nei pagamenti sono dovuti alla lentezza degli uffici dell’assessorato regionale alla Formazione professionale. Se così fosse ci dovrebbe già essere un’inchiesta per interruzione di servizio pubblico.
Questa storia è molto strana. E coinvolge l’Unione europea, che non dà alcuna garanzia di legalità amministrativa. Anzi.
In ogni caso, la sua domanda – legittima – a nostro sommesso parere, dovrebbe essere oggetto d’interesse per la Giustizia.
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