Una gambizzazione in piena regola a Messina, quartiere San Filippo superiore, con un fucile a pallini lunedì sera ai danni di un 53enne incensurato. Da un’arma simile – al momento non si esclude che possa essere la stessa – ieri sera alle 19.30 sono stati esplosi diversi colpi contro alcuni clienti che si trovavano seduti nei tavoli del ritrovo Cafè sur la Ville, tra viale Regina Margherita e via Lagustri.
Un uomo di 33 anni – che si trovava vicino all’uscita del ritrovo molto frequentato dai Messinesi – è stato ferito di striscio da un pallino. Stava parlando con uno dei titolari del bar quando sono stati esplosi i colpi d’arma da fuoco da uno dei due uomini arrivato in sella a una motocicletta. Le indagini sono condotte dagli uomini della squadra Mobile, guidati dal neo dirigente Franco Oliveri, che sono arrivati subito sul posto. Da una prima ricostruzione, gli agenti hanno appurato che ai tavolini sistemati fuori dal bar c’erano seduti alcuni clienti: in particolare due al tavolino più esterno, uno seduto nei pressi dell’ingresso, e proprio quest’ultimo rimasto ferito.
I due uomini seduti al tavolo esterno non sono stati colpiti, anche grazie alla prontezza di riflessi di entrambi che appena si sono accorti degli spari sono fuggiti. I colpi di fucile hanno mandato in frantumi il vetro del finestrino sinistro di una delle auto parcheggiate in vicolo dei Lagustri, una Mini Minor d’epoca, hanno lasciato segni su una Toyota Yaris grigia e sulla Vespa bianca del titolare del bar.
Il 33enne rimasto accidentalmente ferito è stato portato all’ospedale Papardo in ambulanza. Per lui solo una live ferita. Le indagini al momento non escludono alcuna pista, gli investigatori devono capire se si sia trattato di un atto intimidatorio nei confronti dei titolari del bar, o se il bersaglio dell’agguato fosse invece uno dei clienti al momento presenti dentro il ritrovo. Sotto il profilo investigativo si dovrà inoltre accertare il possibile collegamento tra i due episodi che si sono verificati a meno di un giorno di distanza uno dall’altro. Ma dai primi elementi raccolti gli investigatori sembrano scartare questa ipotesi.
Intanto oggi le indagini e i controlli a tappeto effettuati dai carabinieri della compagnia Sud dopo il ferimento di un 53enne incensurato lunedì sera, hanno permesso ai militari di arrestare per detenzione illegale di armi clandestina padre e figlio messinesi di 64 e 35 anni. Nella loro casa a San Filippo superiore custodivano un piccolo arsenale. Prima sono state riscontrate dai carabinieri delle irregolarità nella custodia di due fucili regolarmente denunciati. Successivamente, nascosti dentro un capanno per gli attrezzi, i militari hanno trovato altri tre fucili di cui uno di costruzione artigianale. Una vera e propria arma clandestina, composta da un tubo di piccolo diametro assemblato con un calcio in legno fatto a mano ed un meccanismo di scatto rudimentale, ma funzionante. Nascoste in più punti all’interno dell’abitazione c’erano inoltre delle munizioni in calibro 36, perfettamente compatibili con le dimensioni della camera di cartuccia e quindi idonee ad essere sparate con quell’arma. Oltre a queste, è stata trovata una ingente quantità di cartucce per fucile, circa cinquecento suddivise per i vari calibri delle armi presenti in casa ed alcune di genere vietato. All’interno di un mobile dentro casa è stato poi trovato un revolver a salve al quale era stato rimosso il tappo rosso all’estremità della canna. La perquisizione a casa dei due uomini arrestati è frutto di alcuni sospetti investigativi sul possibile loro coinvolgimento nella gambizzazione di lunedì.
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