Messina, si finge poliziotto per abusare di donne Braccialetto elettronico per un 35enne di Milazzo

Il suo vizietto sarebbe quello di fingersi poliziotto, bloccare delle inermi signore e molestarle. Un’abitudine che pare non riesca proprio a togliersi e per la quale si trova adesso ai domiciliari, con indosso il braccialetto elettronico, dopo essere già finito in carcere alla fine dello scorso marzo. Costantino Antonio Bisbano, 35enne originario di Milazzo, ma residente a San Filippo del Mela, ieri, è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Barcellona Pozzo di Gotto, dopo l’ennesima denuncia a suo carico. A eseguirla, i carabinieri della stazione di Milazzo, agli ordini del maresciallo aiutante Tommaso La Rosa. È accusato di violenza sessuale, violenza privata, minaccia e possesso di segni distintivi contraffatti.

L’uomo, come si diceva, era già stato arrestato a marzo. Sembra che si spacciasse per un agente della stradale, in borghese, con tanto di tesserino. Sarebbe così diventato l’incubo di alcune donne di Rometta, Fondachello Valdina e Saponara, ai danni delle quali, in alcuni casi, avrebbe compiuto dei reati a sfondo sessuale. Questo, almeno, è quanto sostiene l’accusa.

Dopo una meticolosa attività investigativa, i militari sarebbero riusciti a ricostruire due distinti episodi avvenuti il 10 e il 14 marzo scorsi. Dopo l’arresto, i vertici locali dell’Arma, oltre a divulgare la notizia alla stampa, hanno invitato eventuali altre vittime a denunciare gli abusi subiti. Proprio grazie agli articoli letti sui media, una donna di Milazzo, è riuscita a collegare la sua personale esperienza, risalente al 25 febbraio, con quella delle altre donne, sporgendo a sua volta denuncia ai carabinieri.

Sembra si trovasse, a bordo della sua autovettura, nei pressi della rotonda di Olivarella. Qui, sarebbe stata avvicinata da un Suv nero il cui conducente, prima, avrebbe tentato di tagliarle la strada e, poi, l’avrebbe costretta a entrare in un’area di servizio al momento chiusa. Dalla grossa auto sarebbe uscito un uomo a lei sconosciuto che, mostrandole una sorta di distintivo, le avrebbe intimato «polizia, polizia».

La donna, spaventata, pare sia rimasta immobile nell’abitacolo. L’uomo, a quel punto, si sarebbe avvicinato alla portiera e, dopo essersi identificato come poliziotto, questa volta in servizio a Milazzo, avrebbe provato a tranquillizzarla, dicendole di averla notata nel traffico e di averla fermata per conoscerla. Dinanzi alla freddezza di lei, sarebbe passato alle vie di fatto «allungando le mani» attraverso il finestrino. Pietrificata e sorpresa, la donna avrebbe provato a divincolarsi, a dispetto dell’insistenza delle avance. Davanti alle incessanti richieste di un appuntamento, avrebbe, infine, fatto sfoggio di un’invidiabile presenza di spirito, acconsentendo a registrare sul proprio cellulare il numero di telefono del sedicente poliziotto, dietro la finta promessa di un futuro incontro galante.

Un espediente che le avrebbe consentito di allontanarsi a bordo del proprio mezzo, senza tuttavia riuscire a prendere il numero di targa del Suv. L’episodio sarebbe rimasto impunito se la donna non avesse letto i giornali e avesse deciso di collaborare. I carabinieri, ricevuta la denuncia, hanno proceduto ai riscontri del caso e in poco tempo sembra siano risaliti all’identità dell’uomo. Resta valido ancora oggi l’invito a denunciare episodi analoghi in qualsiasi stazione dell’Arma del territorio.

Fabio Bonasera

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