Messina, sepolcro con sacco rifiuti e bandiera pace «Dobbiamo dare alla gente la possibilità di pensare»

Un altare particolare quello che nella chiesa di San Domenico, al Dazio di Messina, hanno trovato quanti si sono recati in questi giorni in occasione della tradizionale visita ai sepolcri. Al centro l’ostensorio con l’Eucarestia, accanto c’erano da una lato la bandiera di Libera, per ricordare la giornata della memoria e dell’impegno celebrata a Messina il 21 marzo, e dall’altro quella arcobaleno della pace. C’era anche il poster della Preghiera per Messina, l’iniziativa per ricordare l’impegno dei cristiani per la propria città. Ai piedi della Croce, varie composizioni di fiori, ma anche un sacco nero per i rifiuti. 

«Sono segni, come lo possono essere il pane e il grappolo d’uva che ritroviamo nel Vangelo e riproponiamo nella Messa – spiega il parroco Domenico Calcara – il sacco dell’immondizia simboleggia lo scarto, di cui parla papa Francesco, degli uomini ridotti e considerati tali dalla società e dall’economia». C’è chi ha voluto vedere in quei sacchi dei rifiuti anche un riferimento alla situazione in cui si trova la città. «Non possiamo fare finta di cosa succede a Messina – prosegue il frate francescano – bisogna risvegliare le coscienze e come preti abbiamo il compito di dare alla gente la possibilità di pensare. Il degrado di questa città è una realtà e ciascuno dei fedeli e dei cittadini deve riappropriarsi della proprie responsabilità per muoversi come comunità e migliorare la realtà che lo circonda». 

Come era prevedibile, l’iniziativa di padre Calcara ha suscitato reazioni contrastanti. «Alcuni hanno apprezzato, altri condiviso, non mi aspettavo che tutti comprendessero – spiega il sacerdote – Anche Gesù è stato segno di contraddizione, pietra angolare e pietra d’inciampo. Se i miei fedeli hanno tratto da questa rappresentazione dei motivi di riflessione, abbiamo già ottenuto un risultato positivo».

Simona Arena

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