Messina, piano di stabilizzazione precari «Per i lavoratori però stipendi dimezzati»

Duecentottantotto lavoratori precari da assumere a tempo indeterminato con la prospettiva di contratti da 14, 16 o 18 ore settimanali. È questo il quadro offerto alle organizzazioni sindacali dal segretario e direttore generale di palazzo Zanca, Antonio Le Donne, in merito al piano di stabilizzazione varato dall’amministrazione comunale di Messina. Tutto dipende dalle modifiche normative che dovrebbe apportare il decreto enti Locali, al vaglio del Consiglio dei ministri proprio oggi pomeriggio. A meno di novità dell’ultima ora.

La situazione è molto complessa e, secondo la funzione pubblica Cgil, potrebbe condurre, sì, alla stabilizzazione di chi attende tempi migliori da decenni, ma a un prezzo salatissimo. La segretaria provinciale, Clara Crocè, nei giorni scorsi è intervenuta commentando l’unica ipotesi che l’attuale situazione normativa consentirebbe, ovvero l’assunzione a 11 ore settimanali: «I lavoratori, da un giorno all’altro, si ritroveranno stipendi dimezzati, che non consentiranno neanche l’erogazione degli assegni famigliari o del famoso bonus di Renzi. Un contratto a 11 ore per un lavoratore di categoria C1 comporterà uno stipendio di circa 450 euro. Mentre un lavoratore di categoria A avrà uno stipendio pari a 370 euro».

In presenza delle novità attese, tuttavia, potrebbe maturare una situazione non ottimale ma certamente migliore. Qualora i 288 contrattisti accettassero le 14 ore settimanali, l’immissione in ruolo scatterebbe al 31 dicembre prossimo. Se ambissero alle 16 ore, dovrebbero attendere un anno esatto. Per le 18, se ne parlerebbe per la fine del 2017.

Il rischio consiste nel fatto che, rimandando, ci si esporrebbe a possibili variazioni legislative, anche peggiorative. Proprio per questo, Le Donne prende le distanze, ricordando che sarebbero «totalmente indipendenti dalla volontà dell’amministrazione», al pari della «messa in quiescenza dei lavoratori, fenomeno che produce variazioni automatiche dello spazio assunzionale e, dunque, delle possibilità di stabilizzazione».

Comunque vadano le cose, sui dati offerti dalla Fp Cgil non concorda la Cisl, secondo cui la perdita di ore lavorative sarebbe compensata dall’accesso al fondo indennità dipendenti di ruolo e, quindi, al salario accessorio e alla produttività che verrebbero corrisposti al 100 per cento. «Non una posizione di accondiscendenza», quella assunta nei confronti dell’esecutivo municipale, «ma di dialogo costruttivo», in attesa del tavolo del prossimo  

Proprio oggi, i vertici della funzione pubblica Cisl e la Rsu aziendale sono intervenuti, nella sede del sindacato, durante un’assemblea del personale. «Non siamo affatto innamorati o concordi con le 11 o le 14 ore – afferma Calogero Emanuele, segretario generale della Fp – ma con grande realismo e senso di responsabilità tentiamo di strappare le migliori condizioni possibili. Dobbiamo constatare amaramente che la Regione Sicilia ha totalmente scaricato il peso della questione sui Comuni già vessati e con le finanze a lumicino. Se il Consiglio dei ministri dovesse oggi esitare la nuova normativa sulla stabilità finanziaria sarebbe un’ulteriore boccata di ossigeno. La preoccupazione sta nel fattore tempo visto che la mole di procedure per arrivare alla immissione in ruolo è considerevole e il rischio di ulteriori rinvii è molto serio».

«Oggi – aggiunge Gabriella Giannetto, Rsu al Comune di Messina – scontiamo decenni di mala politica che ha rinviato i problemi per non risolverli e siamo di fronte a un bivio: da un lato la possibilità di un contratto a tempo indeterminato a pochissime ore; dall’altro la decisione di affidarsi ancora una volta a proroghe e rinvii, con le strumentalizzazioni politiche che questo comporta e con l’incognita di variabili indipendenti dalla nostra volontà. È necessario che l’amministrazione avvii l’intero iter, faccia chiarezza sulle procedure di aumento delle ore contrattuali e sulla volontà di portare, nel più breve tempo possibile, il contratto a un orario accettabile».

Fabio Bonasera

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