Messina, pestati in carcere perché vicini a un pentito Otto detenuti indagati, due diverse spedizioni punitive

Chiuse le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Messina sul duplice pestaggio del 26 maggio scorso avvenuto all’interno del carcere di Gazzi contro i detenuti Stefano Rottino e Angelo Lorisco. Come ricostruito in questi mesi di indagini, i due furono pestati a sangue in due distinte spedizioni punitive. Entrambe avvenute nel primo pomeriggio, tra le 13 e le 14. 

Dietro il pestaggio, secondo i sostituti della Dda Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio che hanno curato le indagini, ci sarebbe il fatto che Rottino e Lorisco erano ritenuti fiancheggiatori del collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano. Entrambi erano stati trasferiti al carcere di Gazzi a Messina il giorno prima, nell’ambito dell’operazione Vecchia maniera. I magistrati hanno chiuso le indagini che vedono coinvolti Salvatore Bucolo, Angelo Bucolo, Maurizio Trifirò, Santino Benvenga, Carmelo Maio, Sebastiano Torre, Mario Pantè e Marco Chiofalo

Cristallizzata nella chiusura indagine anche la dinamica del pestaggio, indicando come le due aggressioni sarebbero presumibilmente premeditate e collegate tra loro. Due le squadre per le due diverse aggressioni. I primi quattro avrebbero pestato Rottino, mentre i restanti si sarebbero scagliati contro Lorisco. Nel dettaglio il 26 maggio scorso nella sezione del carcere di Gazzi denominata Camerotti, che ospita i detenuti di alta sicurezza, Salvatore e Angelo Bucolo, Trifirò e Benvegna avrebbero aggredito Rottino. Inizlamente lo avrebbero preso sotto braccio per distrarlo e quindi avrebbero cominciato a pestarlo. La seconda aggressione invece è avvenuta un’ora dopo, alle 14 quando i detenuti si trovavano davanti alle celle per rientrarvi e in questo caso ad essere aggredito insieme a Lorisco è stato anche un agente di polizia penitenziaria che stava aprendo la cella di pernottamento di Lorisco.

Simona Arena

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