Non resta che incrociare le dita e sperare che la nuova emergenza idrica che Messina si appresta ad affrontare andrà come spera l’Amam. Cioè risolvibile in due, tre giorni al massimo di disagi. È la previsione fatta dal presidente dell’azienda acque, Leonardo Termini e dal direttore generale Luigi La Rosa. L’attenzione dei tecnici e dei Messinesi è rivolta a Forza d’Agrò, dove qualche giorno prima di Natale l’acquedotto Fiumefreddo ha subìto un cedimento. L’acqua in città era mancata per due giorni, poi tutto era rientrato nella normalità. Ma negli ultimi giorni la condotta a fondo Parrino, nello stesso punto di dicembre, sta mostrando segni di cedimento. In previsione del maltempo che dovrebbe abbattersi sulla nostra isola, i vertici dell’Amam temono che possa rompersi la condotta, rendendo inutilizzabile pure il bypass con l’Alcantara.
«Negli ultimi sette mesi c’è stato uno slittamento della condotta di otto metri, se dovesse avanzare di altri otto metri potrebbe cedere sotto il proprio peso – ha spiegato l’ingegnere Michele Musumeci, uno dei progettisti che hanno studiato come affrontare il nuovo movimento franoso di Forza d’Agrò -, a monte ci sono altri cedimenti molto seri che ci preoccupano perché il terreno è sprofondato per 70 centimetri e con l’arrivo delle prossime piogge l’acqua s’infiltrerà creando notevoli pressioni». Anche se il tempo stringe e si deve operare in fretta, il commissario per l’emergenza idrica Calogero Foti ha voluto però precisare: «Non definirei questa nuova situazione una vera e propria emergenza, ma piuttosto una criticità che non prevede interruzioni di fornitura tali da mettere in crisi la città di Messina e per la quale l’Amam ha già studiato gli interventi che partiranno nei prossimi giorni». L’azienda acque ha preparato un progetto che ha ottenuto l’approvazione del Comune di Forza d’Agrò, della Forestale e della Soprintendenza. «Manca solo il via libera del Genio civile, che potrebbe arrivare domani insieme agli ultimi calcoli geognostici», spiegano dall’Amam. «Non dobbiamo però perdere tempo utile», ha spiegato il direttore generale dell’Amam, La Rosa.
Mercoledì o al massimo giovedì inizieranno i lavori. «Abbiamo liberato l’area da tutta la vegetazione, e ci siamo così resi conto che esistono diverse criticità lungo la condotta che prosegue in salita per circa 250 metri fino alla galleria». A preoccupare i tecnici è soprattutto l’instabilità del versante. «La frana è attiva e potrebbe allargarsi. Ecco perché dobbiamo fissare la condotta alla roccia in più punti, in modo da evitare che scivoli insieme alla frana». Per consentire i lavori di consolidamento «interromperemo l’erogazione idrica alle 11 del mattino dopo aver provveduto a far riempire i serbatoi della città, in questo modo la popolazione potrà utilizzare quell’acqua nel resto della giornata. Per almeno 24 ore non potremo far scorrere acqua nella condotta – spiega La Rosa –, sappiamo già che ci sarà qualche difficoltà nei punti più alti e per questo stiamo predisponendo un servizio di autobotti, che resterà attivo per un paio di giorni successivi all’interruzione».
Nel corso dell’incontro di oggi si è discusso anche della realizzazione di un secondo bypass e della riparazione della condotta dell’Alcantara a cura di Siciliacque che «con grande senso di responsabilità ha confermato gli impegni assunti», ha concluso Foti. Ecco perché i lavori per mettere in sicurezza la condotta potrebbero cominciare giovedì. Si posticiperebbero di un giorno per provare a realizzare contemporaneamente il secondo bypass tra l’Alcantara e il Fiumefreddo. Per farlo si renderebbe necessaria anche in questo caso l’interruzione del flusso per circa 24 ore. I tecnici stanno studiando come poter far coincidere i due lavori.
Il presidente Termini mercoledì si incontrerà nuovamente con Siciliacque, l’azienda che gestisce l’acquedotto dell’Alcantara e che nel 2000 ha smesso di portare acqua a Messina per una frana tra Alì e Itala. La scorsa settimana Amam e Siciliacque hanno raggiunto l’accordo che prevede che sia proprio l’ente concessionario a riparare il guasto. «Se i lavori fossero stati fatti subito – ha sottolineato Termini – le varie emergenze sarebbero state ridotte e non avremmo ripercussioni anche in casi come quello che ci apprestiamo ad affrontare».
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