Nuova pagina nella retrocessione dei sei medici e cinque biologi del Policlinico universitario di Messina. Quattro di loro hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica ieri, mandato anche alla commissione antimafia, chiedendo che venga fatta luce sul percorso iniziato lo scorso giugno che ha visto l’azienda sanitaria avviare le procedure per il loro demansionamento.
«Negli ultimi anni il Policlinico si è visto ridurre progressivamente il numero dei posti letto con conseguente esubero di alcune figure professionali – scrive Paolo Todaro, biologo tra i firmatari dell’esposto e componente del direttivo Flc Cgil -. Ad ottobre 2014 il direttore generale Restuccia scrive al rettore, e per conoscenza all’assessorato alla Salute, per sottoporgli il problema, evidenziando in particolare esuberi di medici e biologi in chirurgia generale e oncologia, e carenze croniche di medici al pronto soccorso, anestesia, radiologia, nonché di infermieri».
A nulla serve l’avvio delle procedure per la mobilità volontaria adottato da Restuccia e dal direttore del dipartimento di chirurgia generale, maggiormente interessato al problema, Giuseppe Navarra. «Invece di stilare, come previsto dalla procedura amministrativa, una regolare graduatoria per la mobilità d’ufficio – prosegue Todaro – e verificare le schede di attività sanitaria mensili in possesso dell’amministrazione per i biologi, Restuccia chiede a gennaio di certificare l’attività degli ultimi tre anni controfirmata dai direttori delle Unità Operative».
Restuccia lo scorso giugno annulla sei promozioni relative ad altrettanti provvedimenti, due adottati nel dicembre 2004, tre nel gennaio 2006 e uno nel marzo successivo, dai suoi predecessori. Secondo il direttore generale i demansionati non avrebbero «partecipato ad alcuna procedura concorsuale per dirigente medico» e «non esisteva al momento dell’adozione dell’atto», così come alla data dell’annullamento, «alcuna norma che rendesse possibile l’equiparazione a un profilo diverso da quello di assunzione». I sei medici vengono così retrocessi: due a dirigenti biologi e quattro a tecnici di laboratorio biomedico e vengono trasferiti ad altre unità operative.
Nel frattempo la vicenda dei dirigenti medici e biologi demansionati a tecnici di laboratorio biomedico è riuscita a dividere persino l’ufficio del Giudice del lavoro. Delle otto cause sin qui trattate, infatti, tre hanno portato all’accoglimento integrale delle richieste dei lavoratori, mentre le altre cinque si sono al momento concluse con il rigetto. «Il tutto nonostante le posizioni dei lavoratori siano non solo sovrapponibili, ma assolutamente identiche. Giudici diversi hanno adottato quindi orientamenti diversi», sottolinea il sindacalista.
Dopo tutte queste vicissitudini quattro medici hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti, alla commissione Antimafia, alla presidenza della Regione e ad altri ancora. «Abbiamo bisogno di risposte, certe e uguali per tutti», conclude Todaro. Ecco perché hanno presentato istanza di ricusazione e il 12 maggio sono previste sei udienze.
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