Il 15 per cento dei liceali siciliani lascia scuola Da Palermo parte un progetto del ministero

Dalla scuola Falcone allo Zen di Palermo parte un progetto sperimentale del Ministero dell’Istruzione contro la dispersione scolastica, che toccherà anche Napoli, Roma e Milano. Realtà metropolitane nelle «quattro regioni caratterizzate dal maggiore numero di abbandoni scolastici», stando al Miur. Il progetto, presentato stamattina dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, vale 10 milioni di euro e servirà a promuovere attività didattiche in orario extrascolastico (di pomeriggio, d’estate o durante le vacanze) per coinvolgere i ragazzi e le ragazze dei quartieri periferici e tenerli lontani dalle strade: laboratori musicali, artistici e di street art, attività sportive, lettura e reading, conoscenza del territorio e del quartiere. Ogni scuola avrà a disposizione fino a un massimo di 15mila euro per i suoi progetti. Nel frattempo il governo sta lavorando a un decreto da 440 milioni con i Fondi Pon, di cui 326 per le Regioni Obiettivo Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. 

A lasciare anzitempo, nell’isola, cui sono destinati 83 milioni, non sono solo i bambini, anzi: il tasso di abbandono cresce quando si affronta un livello di istruzione più elevato. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Scolastico Regionale nel 2015 la percentuale di liceali che ha abbandonato gli studi si è attestata sul 14,58 per cento, in leggera flessione rispetto al 2014 (14,59 per cento) e al 2013 (15,48 per cento). Un lieve miglioramento si registra anche alle medie e alle elementari: nel giro di tre anni il tasso di abbandono è sceso dal 6,61 per cento al 5,48 per cento nella scuola di primo grado e dallo 0,86 per cento allo 0,75 per cento nella primaria. Numeri «comunque confortanti – sostiene Faraone – , in generale c’è un quadro di abbattimento sensibile, soprattutto in alcuni quartieri, e lo Zen è un esempio. Naturalmente non bisogna minimamente abbassare la guardia. L’alternanza scuola-lavoro è uno strumento che stiamo potenziando molto per abbattere la dispersione scolastica in età più avanzata».

Peccato che su questo tema la Sicilia sia ancora molto indietro. I corsi Iefp, di Istruzione e Formazione Professionale, unica alternativa al classico percorso scolastico fino al diploma, sono ancora bloccati. Si tratta di programmi triennali e quadriennali finanziati dal Miur – ma organizzati dalla Regione – per conseguire diplomi e qualifiche professionali. In Sicilia coinvolgono ben tremila ragazzi. «Siamo pronti a commissariare la Regione – tuona Faraone -, l’abbiamo già sollecitata più volte. Se dovesse perdere altro tempo non avremo alcuna remora a prendere noi l’iniziativa. La prossima settimana faremo una verifica per capire qual è la situazione e se è ferma interverremo noi. È gravissimo che questi corsi non partano. E non esistono alibi sui fondi, il Miur li ha erogati tutti». La dispersione scolastica, però, va contrastata fin dall’infanzia, perché un bambino che proviene da un quartiere povero ha meno possibilità di arrivare al diploma e di conseguire una laurea, a differenza di un altro cresciuto in un contesto più abbiente: «Le periferie hanno un gran bisogno di accoglienza e supporto. Quando i bambini stanno dentro la scuola non stanno per strada – dice la preside della “Falcone”, Daniela Lo Verde – ed è questo l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere per combattere l’illegalità e la criminalità, perchè è inutile pensarci a posteriori, la prevenzione va fatta fin dalla scuola dell’infanzia. Tenere aperta la scuola va in questa direzione. I bambini a scuola devono trovare baci, abbracci, carezze, conforto, e perchè no anche una merendina. La scuola deve essere il posto migliore in cui un bimbo può stare». 

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