Messina, «la mensa nelle scuole non è essenziale» Parere Corte dei Conti, ma il Comune avvia la gara

È già passato un mese da quando a Messina, al rientro delle festività natalizie, il servizio mensa nelle scuole è stato bloccato. I piccoli alunni sono stati tra le prime vittime della mancata approvazione del bilancio di previsione 2015. Documento che non ha ancora visto la luce. E mancano solo due giorni alla scadenza dell’ultimatum dato dal commissario ad acta, Nicolò Lauricella, all’amministrazione Accorinti per presentare il documento contabile al collegio dei revisori dei conti, completo di riaccertamento straordinario dei residui e di rimodulazione dello schema di bilancio. 

E proprio per la mancanza del previsionale i revisori dei conti hanno bocciato il provvedimento dell’amministrazione Accorinti che sbloccava l’iter per ripristinare il servizio di refezione scolastica. Bocciatura figlia del fatto che secondo il collegio, la mensa non può considerarsi un servizio essenziale per un Comune attualmente in esercizio provvisorio vista la mancata approvazione del previsionale. E quando già genitori e sindacati erano sul piede di guerra e promettevano di manifestare a palazzo Zanca il prossimo lunedì, è arrivata la svolta. «Il dirigente Salvatore De Francesco si è impegnato oggi a far proseguire l’iter della refezione scolastica e pertanto domani mattina sarà avviata la procedura di gara», spiega l’assessora alla Pubblica Istruzione, Patrizia Panarello. «L’amministrazione comunale si è sempre battuta per garantire i servizi minimi essenziali – ha ribadito l’esponente della giunta Accorinti -. L’ente deve avere la capacità di reagire in maniera positiva e non rigida, comprendendo che, nonostante le difficoltà economiche, certi settori così delicati dal punto di vista sociale, formativo ed educativo, come quello della refezione scolastica, devono comunque essere garantiti». 

L’assessora Panarello e il sindaco erano pronti a recarsi nelle scuole per spiegare a dirigenti scolastici e ai genitori che stavano lavorando per superare quest’empasse. «Si tratta di un tematica delicata che l’amministrazione non ha mai sottovalutato – ha detto il primo cittadino – nelle settimane scorse abbiamo presentato un atto di indirizzo e una delibera di giunta con le quali abbiamo sottolineato l’assoluta priorità del servizio. Per superare le perplessità dei dirigenti dopo il parere negativo dei revisori dei conti, ci siamo incontrati con il direttore generale Le Donne, il dirigente De Francesco e il ragioniere Cama e finalmente si è sbloccata la situazione. La legge garantisce la possibilità di impiegare risorse per le mense scolastiche».

Domani il dirigente De Francesco avvierà le procedura per redigere il bando e far partire la relativa gara d’appalto. Come accaduto a Giardini Naxos e Milazzo, anche Messina potrà garantire i pasti giornalieri agli studenti delle scuole cittadine a prescindere dalla presentazione del previsionale 2015. Rispettando quelli che sono i tempi tecnici, e non oltre i quindici giorni, a fine mese dovrebbe essere ripristinato questo servizio. A vigilare che ciò accada saranno soprattutto i genitori. Alcuni dei quali in questi giorni hanno accusato l’amministrazione comunale di sottovalutare l’importanza della mensa scolastica. «Purtroppo siamo in difficoltà economica – ha raccontato una mamma – e il pasto a scuola era per me garanzia che i miei figli potessero almeno una volta al giorno alimentarsi in maniera completa». 

Controlleranno che le nuove promesse vengano mantenute Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs. I sindacati puntano il dito sull’interruzione di un servizio essenziale che non solo ha creato numerosi disagi alla comunità scolastica, ma ha messo a dura prova la pazienza di 80 lavoratori per la gran parte monoreddito che da gennaio non percepiscono alcuna retribuzione. Senza contare il disagio creato ai dirigenti scolastici nel mantenere il tempo pieno nei vari plessi scolastici. «Tutto ciò è inaccettabile e lesivo dei più elementari diritti che la politica dovrebbe garantire. Il diritto al lavoro e la tutela delle classi sociali più svantaggiate».

Simona Arena

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