Pubblicavano su Youtube e Facebook video e foto delle loro vittorie e dei loro cavalli, impegnati in corse clandestine a Messina e anche in provincia. Ma dietro al successo di questi animali si nascondevano maltrattamenti e abuso di sostanze dopanti che nel caso del cavallo Zikka hanno portato alla sua morte. E proprio da lui prende il nome l’operazione scattata alle prime luci dell’alba di oggi e condotta dai carabinieri che ha arrestato sei persone.
In carcere è finito Stello Margareci, considerato dalla Procura il promotore dell’associazione. Concessi i domiciliari a Gabriele Maimone, 26 anni, Orlando Colicchia, 32 anni, Rosario Lo Re, 42 anni, Orazio Panarello, 33 anni, e un veterinario. Tre invece le persone sottoposte a obbligo di dimora. Si tratta di Francesco Gugliemo, 33 anni, Antonio Caruso, 35 anni, e Gaetano De Leo, 34 anni. Disposto dalla gip Daniela Urbani anche il sequestro della scuderia Minissaloti a villaggio Unra e dei cavalli che qui venivano custoditi, insieme ai calessi per le corse, e dove secondo gli investigatori venivano dopati per conquistare le vittorie.
A incastrare le persone destinatarie oggi del provvedimento cautelare sono anche i social network. Tredici i video pubblicati che permettono ai carabinieri di confermare quanto le loro indagini avevano già appurato e che vengono usati come mezzi di prova. Al vertice del gruppo, secondo la Procura, c’è Stello Margareci. Come si legge nell’ordinanza lui «assumeva il ruolo di promotore ed organizzatore dell’associazione, presenziando alle gare clandestine tra cavalli, assumendo e coordinando la gestione e l’utilizzo dei cavalli della scuderia Minissaloti, pianificando gli allenamenti dei cavalli in orari notturni, conferendo direttive ai vari associati su tempi, luoghi e modalità di gestione dei canali medesimi, assumendo direttamente contatti con soggetti terzi per l’organizzazione delle gare, curando la gestione delle scommesse dei pagamenti, disponendo tempi e modalità di somministrazione di sostanze dopanti ai cavalli della sua scuderia».
Le indagini, partite nel dicembre 2014 a opera del nucleo operativo della compagnia di Messina Sud e dalla sezione di polizia giudiziaria, hanno permesso di accertare l’operatività del gruppo criminale, attivo nella zona sud della città, che organizzava periodicamente corse clandestine di cavalli, gestendo il lucroso circuito delle scommesse illegali legato ad esse. Viale Giostra, il lungomare di Santa Margherita e le vie del villaggio Cep erano i luoghi preferiti per le competizioni illegali, ma anche nella provincia, come ad esempio nel comune di Gaggi.
Gli altri soggetti coinvolti a vario titolo – tra cui i fantini e coloro che raccoglievano le scommesse – «si occupavano della scelta dei percorsi, provvedevano alla gestione dei cavalli e al loro quotidiano mantenimento, potendo anche contare sull’operato di un veterinario, il quale si occupava della somministrazione agli animali di sostanze con effetti dopanti, per aumentarne le prestazioni».
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