Deve rispondere di truffa, violazione del diritto d’autore e plagio Dario Tomasello, figlio dell’ex rettore dell’università di Messina. È finito al centro di un’inchiesta della procura peloritana, a cui si è rivolto l’attuale rettore Pietro Navara.
Tomasello è accusato di aver copiato interi paragrafi scritti da Giuseppe Amoroso, suo maestro, ex docente e critico letterario, al fine di partecipare a un concorso nazionale d’abilitazione universitaria. Concorso che vinse, ottenendo l’abilitazione a professore ordinario nel settore Letteratura italiana contemporanea.
La sostituta procuratrice Federica Rende ha adesso chiuso l’indagine contestando i tre reati al docente dell’ateneo messinese, che al momento è stato sospeso. Tre le parti offese, a cominciare ovviamente dal professor Amoroso, ci sono il Miur, il ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca scientifica, e il professor Giuseppe Fontanelli, che partecipò al concorso vinto da Tomasello, non riuscendo a passarlo e quindi subendo un grave danno.
E proprio grazie al lavoro di confronto di Fontanelli tra i testi di Amoroso e quelli di Tomasello – 12 i volumi incriminati pubblicati tra il 1998 e il 2013 – che sono emersi i casi di plagio, come lo stesso professore ha raccontato a Meridionews. Sempre lui nel febbraio del 2014 inviò al rettore Navarra una denuncia che il magnifico trasmise al Miur e alla magistratura.
Diversi i passaggi che hanno preceduto l’intervento della Procura: nel 2015 il ministero riconvoca la commissione che aveva concesso l’abilitazione e che decude all’unanimità di non potere né di dover rivedere il proprio giudizio sul candidato, perché ormai decaduta. A febbraio del 2016 il Miur nomina una nuova commissione tecnico-scientifica, presieduta da Tullio De Mauro, che invece evidenzia la presenza di «ricopiature» nei testi di Tomasello e invia la propria relazione al rettore Navarra. Il rettore avvia il procedimento e il 3 agosto 2016 il consiglio di amministrazione dell’ università sospende per un anno il professore Tomasello.
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