Messina: caos Servizi sociali, a rischio 4,5 mln Per il dopo Mantineo c’è anche l’ipotesi elezioni

Servizi sociali sempre più nel caos a Messina dopo le inattese dimissioni dello scorso 14 agosto dell’assessore Nino Mantineo. Che non sono ancora state accolte dal primo cittadino. Da un lato, si teme la perdita di circa quattro milioni e mezzo di euro di fondi Pac. Dall’altro, regna la massima incertezza sulla successione e sulla tenuta dell’esecutivo. I nomi che si azzardano per il dopo Mantineo sono quelli di Maria Teresa Collica e Gaetano Giunta. Due volti noti del Messinese.

A sorprendere, più del passo indietro sul quale Renato Accorinti non si è ancora pronunciato, sono i modi con cui l’assessore dimissionario ha preso le distanze dall’operato del primo cittadino e della sua giunta. Nel mirino è finita la mancata riorganizzazione del dipartimento e la vicenda dei fondi per il Piano di azione e coesione. Quattro milioni e mezzo per i servizi all’infanzia e agli anziani che rischiano di essere compromessi dall’incapacità economico-finanziaria del Comune di anticipare la somma.

Mantineo, ex presidente del Centro servizi per il volontariato, sembra voler prendere le distanze dalla gestione del settore. Eppure in molti gli rimproverano l’insistenza negli affidamenti alle cooperative e la continuità con il Cesv nella scelta degli esperti. Salvatore Rizzo, Lucia Maria Serio e Antonino Anastasi sono ancora oggi in squadra mentre, nelle scorse settimane, Rosario Ceraolo, direttore del sodalizio, ha lasciato l’incarico di consulente per il volontariato e la solidarietà. Mantineo ha abdicato alla guida del Cesv in occasione della candidatura nella lista di Accorinti alle elezioni, poi vinte, del 2013. Oggi il presidente è il governatore delle Misericordie siciliane Santi Mondello, alle prese con una vertenza con gli otto dipendenti ai quali, lo scorso aprile, in assenza di un accordo con i sindacati, è stato proposto il prolungamento dell’orario settimanale ridotto rispetto alle 16 ore minime del contratto collettivo nazionale di lavoro. Pena, la «riduzione della pianta organica». Una lettera che ha generato un contenzioso. Ai dipendenti, ora, pare sia stato riconosciuto il rispetto attuale e pregresso dei minimi sanciti dal contratto.

Sull’operato dell’assessore dimissionario e del suo pool di esperti targato Cesv, del resto, le ombre pare abbondino. Dal nulla di fatto degli stati generali di maggio alla gestione di Casa Serena, sul cui futuro resiste un enorme punto interrogativo, con i dodici dipendenti esclusi dal nuovo bando trimestrale, assegnato alla cooperativa Genesi, sempre a spasso. Ancora vivo è anche il ricordo delle polemiche suscitate dal mancato arrivo di 160mila euro di contributi regionali per la gestione e la ristrutturazione degli asili nido comunali, con il conseguente aumento delle rette. Ci sono poi i conflitti con la prefettura sull’accoglienza dei migranti minori, il fallimento dei bandi sulla morosità incolpevole, il mancato avvio dei cantieri di servizio e una serie di affidamenti esterni come l’assistenza e il trasporto degli studenti disabili e quella domiciliare agli anziani con ribasso d’asta del 100 per cento.

Adesso si attende di capire come intenda procedere Accorinti. Che ieri in una riunione a porte chiuse ha incontrato Mantineo per dare una risposta all’enigma dei fondi Pac. Per la successione si fanno i nomi di Giunta, appena dimessosi dalla presidenza della fondazione Horcynus-Orca ma sempre in sella a fondazione di Comunità, e Collica, ex sindaca di Barcellona Pozzo di Gotto. Più difficile la candidatura della consigliera Lucy Fenech. La quale, passando dal consiglio alla giunta, lascerebbe vuoto uno scranno. Che andrebbe a Maurizio Rella, primo dei non eletti e da tempo in rotta con il primo cittadino.

Da non scartare nemmeno un clamoroso effetto domino tra le forze in consiglio comunale, con il ricorso a elezioni anticipateNino Carreri, dei Democratici riformisti, parla di «implosione della giunta», mentre Paolo David, capogruppo del Pd, difende il lavoro di Mantineo. Parole da pesare con attenzione, se spese per l’assessore più contestato degli ultimi anni.

Fabio Bonasera

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