Da vent’anni aspetta di essere inaugurato. Tante volte ne era stata annunciata la sua apertura, ma la nuova sede del museo di Messina rimane ancora chiusa. Un’enorme superficie, grande quasi quanto tre campi da calcio, che potrebbe ospitare 20mila pezzi. Reperti archeologici, maioliche, opere pittoriche, sculture, gioielli e quanto rimane della Messina prima del terremoto del 1908. Ma soprattutto le pale di Antonello da Messina e le due tele del Caravaggio o le opere del Montorsoli. Un tesoro fino a ora solo in parte esposto al vecchio museo. La nuova struttura infatti è rimasta per decenni un buco nero, a causa della mancanza di finanziamenti e di programmazione da parte della Regione, che ne è proprietaria. Ma adesso, secondo quanto spiega la direttrice Caterina Di Giacomo, il lieto fine potrebbe essere vicino. Proprio mentre un comitato di artisti e intellettuali ha lanciato la campagna Apriti museo, per tenere alta l’attenzione sulla vicenda.
Molte delle sale sono già allestite, altre attendono di vedere trasferiti i reperti archeologici dalla vecchia sede, quella che sorge accanto al nuovo impianto. Un’antica filanda dell’ottocento che fino ad oggi ha conservato molte di queste opere. Altre sono sempre state celate al pubblico «Dobbiamo procede a trasferire le ultime 50 opere – spiega la direttrice -. Grazie a un finanziamento europeo di quasi due milioni di euro abbiamo fatto passi da gigante in questi anni – prosegue –, adesso manca davvero poco per la definizione di alcuni collaudi e l’impiantistica. L’assessore regionale Vermiglio ci ha detto che entro l’anno il nuovo museo vedrà la luce. Avremo bisogno di un contributo maggiore per la gestione ordinaria delle spese, visto che la nuova sede è 4.500 metri più grande di quella attuale, e dal primo luglio con la nuova riorganizzazione delle realtà museali contiamo di vedere arrivare altro personale».
A chiedere che venga aperto il nuovo museo è anche il comitato spontaneo di intellettuali e artisti che ha lanciato una campagna su Facebook, Apriti Museo. «È un’idea che nasce dall’amore per l’arte e la cultura e soprattutto per Messina – racconta uno dei promotori, il fumettista Lelio Bonaccorso -. Vorremmo venisse aperta la nuova sede e capire perché la sua inaugurazione si rimanda di anno in anno. Per questo abbiamo avviato una raccolta firme e altre iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni».
I promotori di Apriti Museo sottolineano come questi ampi locali, «pieni dell’immenso tesoro artistico archeologico che custodiscono, rappresenterebbero un buon volano per l’economia e la cultura. La nuova sede – sottolinea Bonaccorso – cela la maggior parte di quello che si è salvato a Messina dopo il 1908, un patrimonio storico artistico che costituisce uno dei simboli della città e che potrebbe essere l’inizio di una ripartenza». A sposare la causa sono stati in tanti in queste due settimane. «Non abbiamo chiesto la sponsorizzazione da parte di nessuno – conclude – ma molti si sono interessati. Primo tra tutti il nostro Nino Frassica che sulla pagina Facebook dell’iniziativa ha lasciato un video con suo appello per l’apertura del museo».
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