«Lavoro qui da 17 anni ed è la prima volta, dall’apertura del 1998, che vedo tutte queste auto nel parcheggio». Lo dice Davide, 36 anni, addetto al montaggio di Mercatone uno, il grande negozio di mobili di Misterbianco. Lui, insieme agli altri colleghi, è da questa mattina alle 8.30 davanti l’ingresso del negozio, dove si sta svolgendo una svendita. «L’azienda la chiama vendita straordinaria, ma l’ha annunciata a sorpresa. Noi non ne sapevamo nulla fino a pochi giorni fa e, di solito, una svendita si fa prima di una chiusura e quindi dei licenziamenti», afferma il lavoratore preoccupato, come i suoi 98 colleghi che lavorano nell’ipermercato, «perché qui tutti abbiamo iniziato a lavorare da giovani e ormai abbiamo una famiglia». Intanto la giornata si è conclusa presto a causa della folla di clienti. «Abbiamo dovuto chiudere per motivi di ordine pubblico – racconta Antonio Sanzo, 43 anni, dipendente e portavoce dei colleghi – Al momento (metà pomeriggio, ndr) ci sono tremila persone in fila, si è creata una calca impressionante perché a pranzo c’era una sola cassa aperta».
I lavoratori a rischio della filiale etnea sono 150, «perché ci sono anche i trasportatori e i fornitori di servizi dell’indotto», spiega Sanzo. «Qui non ci sono dipendenti iscritti ai sindacati – continua -, ma non significa che l’azienda può dare informazioni a cose già fatte sul presente e non sul futuro. Saremo qui anche domani, domenica, sempre dalle 8.30, e tutti i colleghi a fine turno si uniranno a noi nella protesta». L’azienda, M.businnes srl, conta in Italia «quattromila lavoratori in 78 sedi; 34 di queste stanno al momento facendo la svendita». Che in Sicilia riguarda i negozi di Misterbianco, appunto, e Carini, ma non quello di Palermo «che è aperto regolarmente», spiega Sanzo.
La svendita non è comunque vista dai lavoratori come una cosa negativa. «Il problema è che negli anni non si è mai fatto niente per attirare persone. Perché non ci pensavano prima? Mercatone uno di Misterbianco non era presente nemmeno sull’ultimo volantino. La crisi è a livello nazionale da anni e l’abbiamo subita pesantemente», spiega Giuseppina, 52 anni, addetta alle vendite. «Speriamo di avere ancora un lavoro lunedì ma, a monte, c’è il problema della gestione a livello nazionale – conclude Giuseppina – Fino al 2010 il punto vendita di Misterbianco era gestito autonomamente dalla M30 srl. Da quando siamo con M.businnes, invece, la gestione è peggiorata».
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