Arriva l’estate, arrivano i primi tuffi in mare. Ma la festa proprio nel più bello viene a volte interrotta da alcune creature che vagano nei nostri mari. Ci fanno piangere, terrorizzare, innervosire o, perchè no, divertire.
Sono le così tanto discusse meduse che ogni anno tornano alla ribalta nelle chiacchiere sotto l’ombrellone dei bagnanti.
Abbiamo realizzato una piccola indagine provando a capire qual è la natura di questi esseri appartenenti alla famiglia dei Celenterati.
Secondo le parole di Emanuele Mollìca, direttore dell’Area Marina Protetta “Isole Ciclopi” di Acitrezza, non esistono nel mar Mediterraneo meduse pericolose. Le più comuni ed innocue della nostra costa ionica sono la Cotylorhiza Tuberculata, la Rhizostoma Pulmo e la Aurelia Aurita che appartengono alla categoria di medusa dal diametro largo. Mentre a dare un po’ di fastidio è la Pelagia Noctiluca che grazie ai suoi tentacoli può provocare delle reazioni orticanti. Le meduse si nutrono di pesci oppure, al contrario, ospitano tra i propri tentacoli dei pesci con cui convivono. Fortunatamente nel mar Mediterraneo non esistono specie mortali. L’attenzione deve essere al massimo, invece, per chi frequenta i mari tropicali. Infatti le Cubomeduse o “vespe di mare”, sono quelle dal veleno tossico e che per nostra fortuna, sono state ritrovate nel mar Tirreno solo una volta.
Nel prosieguo del nostro incontro con il responsabile della Riserva Marina trezzota, abbiamo sfatato alcuni luoghi comuni tra i bagnanti. Primo fra tutti quello che dove l’acqua è inquinata lì ci stanno le meduse. Come spiega il dottor Mollìca, le meduse sono trasportate dalle correnti a parte alcuni tipi di meduse che hanno una debolissima forza di spostamento come quella che frequenta il mare della Playa catanese. Il fatto che potrebbe esistere una ciclicità di comparse dei celenterati, spiega la difficoltà nel realizzare degli studi sulla fase riproduttiva delle meduse. Un altro dato da considerare e che potrebbe spiegare il ciclo è quello della minor presenza rispetto al passato delle meduse nei nostri mari. Una certezza è quella legata alla diminuzione dei predatori come le tartarughe. Un caso particolare è quello dei pesci “mangiameduse” che si trovano nelle vicinanze dello Stretto di Messina.
Un altro consiglio è quello di non prendere le meduse per farle morire sugli scogli solo per puro divertimento. Sarebbe più intelligente, secondo Mollìca, fare il bagno con una maschera o degli occhialini e controllare se ci sono meduse o meno che possano dar fastidio. Inoltre, continua Mollìca, è cosa buona portare con sé una boccetta di ammoniaca o di aceto per le eventuali ustioni da medusa.
Se dal fronte tecnico abbiamo avuto qualche spunto per preoccuparci un po’ di meno alla presenza di una medusa, dal punto di vista medico cerchiamo di cogliere alcuni utili suggerimenti nel caso di incontri ravvicinati con le “amiche” meduse. Come ci indica la farmacista della farmacia di Acitrezza nei casi più comuni di ustione che vengono classificate come di primo, secondo e terzo grado, bisogna applicare dell’ammoniaca sulla ferita due volte al giorno per un primo periodo e poi della pomata antistaminica.
Mentre nei casi di reazioni allergiche è bene utilizzare un cortisonico molto potente come il Bentelan. Con il sorriso tra le labbra, la farmacista ci spiega pure che i pescatori di un tempo, nel caso di ustione, usavano come primo accorgimento l’urina che affievoliva il fastidio grazie alle sostanze acide contenute in essa. Inoltre, sempre in tempi passati venivano usati degli impacchi di pomata Vicks oppure il latte di aloe.
Passando alla gente comune, siamo andati a sentire il parere dei diretti interessati. Primo fra tutti quello di Nello Pappalardo, direttore di uno dei lidi più frequentati di Acitrezza che ovviamente in prima battuta ci evidenzia le lamentele dei suoi clienti che non possono farsi il bagno per colpa delle meduse. Ma il signor Pappalardo ci fa notare come il mare sia più pulito rispetto al passato e che le meduse ci siano più o meno nella stessa quantità a dispetto dei convincimenti dei bagnanti che vedono il mare sporco come prima causa della presenza delle meduse. Ma per fortuna il direttore del lido trezzoto ha sempre a portata di mano dell’ammoniaca e delle pomate antistaminiche per i suoi clienti colpiti dai tentacoli orticanti delle meduse.
Tra i bagnanti, Dino Finocchiaro ci evidenzia come “le meduse ci siano sempre state nel mare trezzoto” e come “negli ultimi anni la presenza sia diminuita“, a conferma delle parole del direttore della Riserva Marina.
Mimma Recupero, invece, ci dice francamente che non è mai stata punta da una medusa e non le ha mai viste ed, ovviamente, non le farebbe piacere incontrarle durante una sua nuotata. Maria Claudia Porto si premura invece di controllare la presenza degli esseri “gelatinosi” anche se ci confida di non pensare alle meduse quando fa troppo caldo non resistendo alla voglia di un tuffo a mare.
Per Antonio Castorina, “le meduse sono fattore di ansia perchè sono il maggior pericolo durante un bagno in mare, dato che da noi squali non se ne vedono“.
Aldilà di tutti i commenti a questi esseri che dividono i bagnanti sul come comportarsi alla loro presenza, la cosa più importante è il principio “prevenire è meglio che curare”. Quindi, portare con sé dei rimedi medici ed una maschera o degli occhialini non è una cosa di cui vergognarsi se non si vuole correre il rischio di andare in ospedale magari solo per qualche gesto di spavalderia o di superficialità.
Le immagini delle meduse
1. Cotylorhiza Tuberculata (innocua)
2. Rhizostoma Pulmo (innocua)
3. Aurelia Aurita (innocua)
4. Pelagia Noctiluca (orticante)
5. Cubomedusa o “vespa di mare” (tossica, e alcuni tipi, mortale)
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