I FATTI RISALGONO A QUANDO RICOPRIVA LA CARICA DI PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FIRENZE. LA CORTE DEI CONTI ‘INSEGUE’ ALTRE ‘SPESUCCE’ DEL CANDIDATO ALAL SEGRETERIA NAZIONALE DEL PD
Il Sindaco di Firenze e candidato a tutto (segreteria nazionale del PD e Governo), Matteo Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana. per sua fortuna, non è una grande ‘botta’, se è vero che i danno erariale contestatogli, da 2 milioni e rotti di euro è stato ridotto a 50 mila euro.
In ogni caso, non sembra un buon viatico per il Sindaco di Firenze che si accinge ad essere eletto segretario nazionale del PD (più difficile che diventi presidente del Consiglio).
In ogni caso, la notizia, oggi, è la sua condanna. I fatti risalgono a quando ricopriva la carica di Presidente della Provincia di Firenze. Renzi aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento sbagliata rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone.
In pratica, la Corte dei Conti gli contesta quattro assunzioni con stipendi gonfiati (per la precisione, quattro segretarie). Queste non possedevano alcuna laurea, ma erano inquadrate con un’indennità che la magistratura contabile ha contestato.
Dei 50 mila euro contestati, Renzi ne dovrebbe versare 14 mila. Gli altri dovrebbero essere pagati da altre figure.
La Corte segue anche altre spese di rappresentanza dell’allora giovane presidente della Provincia di Firenze. Il suo mandato è costato ai contribuenti fiorentini 600 mila euro in cinque anni tra viaggi, ristoranti, regali, ospitalità: una visita negli Stati Uniti nei giorni in cui Obama fu eletto presidente è costata 70 mila euro.
La Provincia aveva dato a Renzi una carta di credito con un plafond di 10 mila euro mensili. I magistrati contabili sono andati a caccia dei giustificativi, ricevute e scontrini. Quando mancavano, il capo di gabinetto autorizzava ugualmente gli esborsi.
Renzi è un po’ goloso, visto che ha frequentato le migliori cucine di Firenze: 1.300 euro alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino e 1.213 al Cibreo.
Sotto inchiesta sono finiti anche i 4,5 milioni che la provincia ha elargito alla Florence Multimedia, società che svolge attività di comunicazione e informazione per la provincia.
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