Ricordo come fosse ieri il giorno dell’accoglienza alle matricole: caldo benvenuto, buoni propositi e promesse di una realtà, per noi tutta da scoprire, presentataci ricca di soddisfazioni ed avara di ostacoli.
Ebbene, dopo quasi due mesi di università, devo dire che qualcosa quel giorno ci è stata omessa.
Innanzitutto la questione del carico didattico: programmi abnormi! Otto materie per il primo anno, con una media di oltre tre libri per ognuna, ed un orario di lezioni francamente insostenibile: trenta ore settimanali, dislocate fra mattina e pomeriggio.
Numeri inequivocabili, da cui si evince chiaramente che qualcosa non va. E’ terribile vivere con l’ansia incalzante di chi è inseguito dal tempo e rischia, seriamente, di non essere pronto al momento cruciale.
Ci è stata inoltre omessa la quasi totale assenza di aule studio e la presenza di aule che riescono a malapena a contenere la metà degli studenti presenti alle lezioni.
Un’organizzazione che, mi rammarica dirlo, denota evidenti carenze: mi riferisco in particolare alla sovrapposizione di lezioni negli stessi orari. Essendo, purtroppo, sprovvisti del dono dell’ubiquità, la conseguenza è inevitabile: una forzata scelta delle lezioni da seguire!
Lezioni troppo affollate inizialmente, ma ben presto disertate.
Ricordo che l’aula A1 dei Benedettini, durante la prima lezione di Storia Contemporanea, era gremita come l’Auditorium il giorno dell’incontro con Luigi Lo Cascio; da un pò di tempo a questa parte, invece, le lezioni serali sono diventate, per usare un’espressione del prof. Granozzi, molto più “intime”.
Prevedendo inoltre una situazione addirittura peggiore nel secondo semestre, quando le materie da seguire non saranno più quattro bensì sei(!!!), non vorrei che chi pensa, masochisticamente, di seguirle tutte (o quanto meno la maggior parte), venga colpito da una sorta di effetto boomerang, avendo sottratto tempo decisivo al classico “studio sui libri”.
Mi dispiace davvero che i tanti aspetti positivi della “nostra” facoltà possano passare troppo spesso in secondo piano, oscurati da annotazioni critiche che “meritano” però di essere sottolineate: CHE QUALCUNO FACCIA QUALCOSA!!!(o matricole, forse, c’è ne saranno sempre meno).
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