Massimo, volano gli stracci (e i violini)

E’ ‘giallo’ al Teatro Massimo di Palermo. Ma stavolta non c’entra nulla il fantasma della monaca. C’è che il maestro Yuri Termikanov, una bacchetta di prestigio, di rating AA1, direbbe Standard & Poors, ha mollato tube, controfagotti e violini e mandato al diavolo la Fondazione Teatro Massimo. Avrebbe dovuto dirigere un concerto l’8 febbraio, ma invece nisba, il concerto non si sa nemmeno se si farà.
Sul sito del Teatro Massimo, che a causa delle male figure del sovrintendente, Antonio Cognata, finirà per chiamarsi “Minimo”, si racconta che il concerto è “rinviato a data da destinarsi per motivi di salute del direttore”. Ma il maestro russo non ha fatto un’indigestione di caviale e vodka, è invece sano come un pesce. Tant’è che pochi giorni fa ha diretto la sua orchestra di San Pietroburgo. E allora? Come stanno le cose?
A dire dei sindacati, che una volta tanto sono uniti nella lotta, dalla Cgil alla Cisl per finire alla Cisal, “pare che il M° Temirkanov abbia poco gradito il trattamento riservato a lui ed alla sua orchestra, da parte della Fondazione. Per un disguido dovuto alle spedizioni – prosegue la nota – l’orchestra ospite si è vista costretta a noleggiare alcuni strumenti senza che la Fondazione del Teatro Massimo se ne assumesse l’onere finanziario di appena mille e 500 euro. Inoltre, pare che i musicisti russi abbiano riscontrato difficoltà oggettive a causa della disposizione delle varie sezioni strumentali, perché in assenza della camera acustica (e delle pedane di rialzo), gli ospiti si sono ritrovati in un assetto sinfonico per niente ideale. Pare che la direzione artistica abbia accondisceso ad una loro richiesta, senza tuttavia insistere, sulla necessità di ottimizzare l’acustica del teatro (o, addirittura, con la dovuta autorevolezza, pretenderla). Il fatto – proseguono i sindacati – denota tutta l’inadeguatezza di questo staff, che in preda a timore e soggezione, ha ceduto alle richieste di chi conosce poco o nulla le peculiarità acustiche del Teatro.”
I vertici del Teatro Massimo smentiscono però questa ricostruzione.
In passato, però, la Fondazione è già stata protagonista di improvvise sostituzioni o cancellazioni, per le quali è stata soccombente rispetto ad una richiesta di risarcimento promossa dall’Adiconsum.

 

Blasco da Castiglione

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