«Non abbiamo ricevuto nessuna sanzione, le forze dell’ordine sono intervenute solo per evitare l’assembramento». C’è un lieto fine nella vicenda della tappezeria Crivello, che non è riuscita a distribuire le mascherine prodotte con i propri mezzi alla cittadinanza così come aveva pensato di fare. Dietro al gesto, infatti, non c’era alcuno scopo di lucro e men che meno l’intenzione di spacciare le mascherine create dalla ditta come dispositivi sanitari, tutt’altro.
«Abbiamo tentato in tutti i modi di evitare che si creassero code – spiegano dall’azienda – Abbiamo anche scoraggiato le persone che via messaggio ci chiedevano mascherine per i propri figli, ribadendo più volte che i bambini devono restare a casa e che anche loro sarebbero dovuti uscire solo se necessario. Il nostro problema, se così vogliamo chiamarlo, è che siamo piuttosto conosciuti, quindi molta gente ha fatto girare il nostro messaggio sui social. Infatti nel nostro post su facebook abbiamo scritto che ci saremmo fermati in ottemperanza al decreto governativo, che vieta gli assembramenti, non la produzione di mascherine».
L’iniziativa, anche se non è andata come si sperava, non ha comunque lasciato indifferente la comunità. Tanti infatti i messaggi social di plauso per la tappezzeria, tra chi scrive «Un gesto nobile da parte vostra, non è andato in porto, ma si è visto il vostro cuore» e chi semplicemente ringrazia per la generosità. E i Crivello non si arrendono, la tappezzeria ha infatti deciso di continuare a spendersi perché «in questo momento è indispensabile che ognuno faccia la propria parte» e ha così aderito al progetto dell’associazione MutAzioni, che raccoglie imprenditori tessili da tutta la Sicilia, offrendo la propria disponibilità per la realizzazione di mascherine e abbigliamento protettivo.
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