Mascalucia, nuovi spiragli per riaprire parco Monte Ceraulo  L’assessora Cinardo: «Presto bando per la gestione mista»

Patrimonio della biodiversità mediterranea ricco di specie vegetali autoctone, Parco Monte Ceraulo è un vero e proprio fiore all’occhiello alle pendici dell’Etna. Un’area boschiva che si estende per circa 17 ettari tra Mascalucia e la frazione di Massannunziata. Dopo otto anni di chiusura e mancata manutenzione, l’ultima gestione era stata affidata all’associazione Giacche Verdi di Mascalucia. Adesso l’area è tornata sotto la lente d’ingrandimento dell’amministrazione comunale grazie all’interessamento delle associazioni cittadine riunite nel partenariato Gli amici del parco Monte Ceraulo. Prima con la richiesta di riqualificazione e la stipula di un protocollo di intesa inoltrata al Comune il 30 aprile, poi con la convocazione di un tavolo tecnico da parte dell’assessora ai Lavori pubblici e alla Manutenzione Rita Cinardo. Dopo qualche balletto istituzionale incentrato sulle modalità di concessione del parco – tra chi, come il Comune, preferiva la gestione esclusiva in capo alle associazioni e chi, come quest’ultime, prediligeva la gestione mista – adesso pare si sia giunti a un punto di svolta. Nel frattempo incuria e degrado la fanno da padrone. 

L’amministrazione comunale ha da poco definito i criteri per la manifestazione di interesse che, per il momento, attendono il parere di conformità da parte del segretario comunale Luigi Rocco Bronte. «Entro la fine di settembre completeremo la procedura e pubblicheremo il bando per affidare il parco in modalità mista», assicura Cinardo a MeridioNews. «Successivamente – spiega l’assessora – dovremo attendere 15 giorni per la presentazione delle candidature alla manifestazione di interesse, per poi procedere alla stipula della convenzione». Sul tavolo ci sono le modalità di esecuzione della gestione mista del parco che dovrebbe prevedere – il condizionale è d’obbligo fino alla stipula definitiva della convenzione – l’organizzazione delle attività in capo alle associazioni e la custodia, la manutenzione e la pulizia dell’area in capo al Comune. «Credo che non ci fossero alternative valide alla gestione mista – sostiene a MeridioNews Luca Bonaccorsi di Etna Walk, una delle associazioni aderenti al partenariato – la gestione esclusiva sarebbe stata impraticabile». Perché, prosegue Bonaccorsi, «non avremmo potuto occuparci di presidiare e verificare gli accessi – commenta – non abbiamo l’autorità né il mandato per farlo». 

Le condizioni proposte in un primo momento dal Comune avrebbero comportato l’obbligo per le associazioni di costituirsi come soggetti giuridici riconosciuti nonché ulteriori costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria di quello che rimane pur sempre un bene pubblico. «Il parco per noi rappresenta un piccolo gioiello – dice Bonaccorsi – e siamo felici che l’amministrazione abbia accolto l’idea di una gestione mista». In caso contrario, anche la sicurezza del parco – altro tema che costituirà oggetto di discussione – sarebbe ricaduta sulle associazioni. «In quel caso potevamo incaricare un’agenzia di vigilanza privata – ipotizza Bonaccorsi – ma il Comune non avrebbe avuto alcun controllo sul parco». Tra i nodi da sciogliere ci sono l’installazione delle telecamere e il ruolo della polizia municipale

Ma l’assessora non sbilancia. «Su queste questioni, per il momento, non voglio esprimermi – replica Cinardo -, definiremo i dettagli in sede di stipulazione della convenzione», ma al contempo assicura che «la sicurezza e la manutenzione saranno oggetto di particolare attenzione, non possiamo esimerci da determinate responsabilità, anche perché ancora non abbiamo effettuato alcuna stima dei costi». Al di là delle lungaggini burocratiche, le associazioni cittadine pensano già all’implementazione di alcune attività: dall’asilo nel bosco all’equitazione passando per la rappresentazione di alcune opere teatrali. «D’altronde – commenta Bonaccorsi – il parco si presta a qualsiasi tipo di attività».

Gabriele Patti

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