Mascalucia, Cga annulla l’aggiudicazione dei rifiuti a Cogeir La sentenza: «Affidare la gestione del servizio a Progitec»

Prima la liquidazione e il successivo fallimento di Mosema, poi l’interdittiva antimafia a Tech che ha comportato la sostituzione con Cogeir e, adesso, a distanza di nove mesi dall’aggiudicazione, potrebbe essere sostituita dalla quarta ditta dei rifiuti nel giro di un anno e mezzo: la Progitec srl di Castel di Iudica. La gestione dei rifiuti a Mascalucia non è semplice. «La sostituzione dell’originaria mandataria con un soggetto esterno – cioè Cogeir, l’attuale ditta a cui è stata affidata la gestione del servizio, sebbene non abbia partecipato alla gara – è inammissibile», si legge nella nota stampa inviata dai legali di Progitec: Girolamo Rubino, Lucia Alfieri e Gaetano Spoto Puleo. Per questo il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana ha dichiarato inefficace il rapporto contrattuale tra l’amministrazione comunale e Cogeir «disponendo – si legge nella sentenza – il subentro di Progitec srl». La pronuncia sembra mettere nero su bianco la parola fine al thriller giuridico sulle irregolarità riscontrate nell’aggiudicazione dell’appalto per la gestione dei rifiuti del comune pedemontano. Anche se, tra gli addetti ai lavori, c’è chi la pensa diversamente. 

«I giudici amministrativi ci obbligano ad affidare l’appalto a Progitec – spiega Alfio Gibilisco, responsabile del procedimento della gara settennale – ma aspetterei ancora qualche giorno prima di tirare le somme perché Impregico (l’associazione temporanea di imprese che si è aggiuddicata l’appalto settennale) potrebbe indicare un’altra azienda come sostituta o addirittura deve essere riavviata la gara». Per chi, come Gibilisco che insieme al dirigente Domenico Ambra, ha già pagato lo scotto della complicata gestione dei rifiuti con un avviso di garanzia per la questione Mosema – che ruota attorno alla trasformazione in house della società (adesso fallita) avvenuta ai tempi dell’amministrazione guidata da Giovanni Leonardi – la partita, dunque, non è finita. Anche se a occuparsene non sarà più lui. «Mi rifiuto di occuparmi ancora di rifiuti», tuona Gibilisco con riferimento al passaggio di consegne al collega Domenico Piazza.  «In ogni caso – sottolinea Gibilisco – le indagini riguardano un periodo in cui io non ero neanche in servizio e sono assolutamente sereno». 

«Ammettere che un raggruppamento con una capogruppo che, peraltro, è stata colpita da interdittiva antimafia possa cambiare un concorrente con un soggetto esterno individuato al di là dei parametri di trasparenza – spiega la legale di Progitec Lucia Alfieri a MeridioNews – diventa una cosa troppo facile e distorce il meccanismo dell’aggiudicazione. A gara espletata non si può sostituire un componente del raggruppamento con un soggetto che non ha partecipato alla gara. Sarebbe come ricostruire ad hoc i requisiti del concorrente», dice la legale. 

In questo senso a dettare la linea è la pronuncia dell’adunanza plenaria del 27 maggio 2021. «Il principio sancito dall’adunanza plenaria e applicato dai giudici – prosegue Alfieri – prevede l’ottemperanza del Comune all’ordine dei giudici amministrativi dell’affidamento a Progitec entro trenta giorni». Anche se si tratta di termini non perentori. «In caso contrario – spiega la legale -, potrebbe configurarsi un’ipotesi di danno erariale se l’inerzia dell’amministrazione è tale da esporsi a pretese risarcitorie». 

In ballo ci sarebbe anche il riconoscimento degli investimenti effettuati da Cogeir per l’espletamento del servizio. «Noi a Cogeir abbiamo già pagato fino all’ultimo centesimo previsto dall’appalto, ma gli investimenti dovrebbero essere ammortizzati in sette anni e dopo questa pronuncia non credo verranno mai ammortizzati». prima di sbilanciarsi, però, «bisogna attendere le contromosse di Impregico – dice Gibilisco -, perché potrebbe anche resuscitare Tech che, essendo sotto commissariamento, si qualifica come società in bonis». Per Gibilisco, comunque, una cosa è certa: «Piazza avrà il compito di traghettare questa procedura – conclude il dirigente -, in quella che è una bella gatta da pelare». 

Gabriele Patti

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