Il suono del citofono in piena notte. E l’indomani mattina una testa di capretto congelata, chiusa in una busta insieme a un mandarino e un biglietto: «Per Isidoro Trovato». Il destinatario dell’inquietante missiva è uno dei candidati del Partito democratico al consiglio comunale di Mascali, in vista delle elezioni amministrative del 31 maggio e 1 giugno, che nel Comune ionico arrivano dopo due anni di commissariamento dovuto alle infiltrazioni mafiose.
Nella notte tra venerdì e sabato scorso, ignoti hanno lasciato la busta appesa davanti all’ingresso dell’abitazione di Trovato a Mascali. Non è la prima volta che il candidato consigliere riceve minacce. Già a dicembre, sempre nel cuore della notte, qualcuno gli aveva citofonato intimandogli di «finircela». «Un modo per dire che mi avevano individuato», spiega adesso il diretto interessato. Sui motivi per cui è stato preso di mira, Trovato non si sbilancia. Anche se nulla nella sua vita privata – cinquantenne, lavora come informatore scientifico – sembra poter aver innescato una situazione simile. Restano l’impegno politico e la tensione che a Mascali continua a salire.
Risale a poche settimane fa l’incendio di origine dolosa che ha parzialmente distrutto l’attività commerciale del candidato sindaco Luigi Messina. Anche se, secondo Trovato, i due fatti non sono collegabili. «Conosco Messina ma niente mi lega a lui, né nella politica né in altri ambiti. Non credo che ci siano collegamenti tra quanto successo a me e quello capitato a lui». La campagna elettorale è solo all’inizio. «Il clima è pesante, inutile negarlo – ammette Trovato – ma io andrò avanti, lo ritengo doveroso anche per dare un messaggio positivo a questa città. E poi, se prendo una decisione, sono abituato a portarla a termine, non sarà l’intervento esterno di qualcuno a farmi cambiare idea».
L’obiettivo, arduo per un paese che negli ultimi anni è stato ricordato quasi soltanto per le vicissitudini giudiziarie dei suoi amministratori, è semplicemente tornare alla normalità. «I giovani mascalesi li trovi inseriti felicemente in altre realtà, associazioni e circoli culturali, nei territori vicini, a Giarre o a Riposto ad esempio, perché qui non esiste più nulla: la palestra è inagibile, il centro sociale non ha l’abitabilità e non può essere concesso per eventi pubblici, il parco comunale è enorme, bellissimo ma chiuso da sempre e vandalizzato. Dove devono andare i ragazzi? Resta la scuola per i più piccoli con i laboratori realizzati a sue spese o l’oratorio, ma la cultura non può essere solo di parte, deve essere laica».
È da questo deserto, secondo Trovato, che nasce il disimpegno dei mascalesi. «Lo vogliono far sembrare menefreghismo, ma la verità è che non esistono i mezzi di partecipazione: non ci sono consulte di nessun tipo, né associazioni se non personalistiche, il popolo è chiamato solo per le elezioni, ma poi chi vince diventa proprietario del Comune, senza condividere nulla del suo operato». Invece la partita attorno a cui ruota realmente la campagna elettorale a Mascali è sempre la stessa: l’edilizia, la stesura del piano regolatore e gli appetiti su un territorio già abbondantemente cementificato.
«Eppure – conclude il candidato consigliere – basterebbero cose semplici, che già si fanno nei Comuni limitrofi dove, ad esempio, ormai è prassi assegnare beni pubblici in gestione ad associazioni. Perché non a Mascali? In fondo nel passato questo paese era il centro di una grande contea che comprendeva i territori vicini, tutto è partito da qui. Sarebbe bello ricominciare».
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