Inquinamento ambientale e attività di gestione dei rifiuti non autorizzata. È con queste motivazioni che nella mattinata di oggi i carabinieri della compagnia di Marsala e del Noe di Palermo, con la collaborazione dei militari della sezione di polizia giudiziaria hanno sequestrato l’impianto di compostaggio della Sicilfert Srl, in contrada Maimone a Marsala, dove conferiscono una ventina di Comuni del Trapanese, del Palermitano e dell’Agrigentino. Il legale rappresentante dell’azienda, il marsalese P. F. (classe 1982) e il direttore tecnico, il palermitano V. P. (classe 1990) sono indagati per gli stessi reati.
Le indagini iniziate nel giugno del 2018, dopo alcuni controlli da parte della polizia municipale, hanno permesso di accertare «gravissime irregolarità» nella gestione dei rifiuti da parte della Sicilfert. Nello specifico, nell’impianto sarebbero stati conferiti quantitativi di rifiuti superiori al limite massimo annuo consentito e in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Ulteriori criticità sarebbero poi emerse in seguito a un sopralluogo: il mancato rispetto delle fasi di lavorazione necessarie per trasformare i
rifiuti in compost, la produzione massiva di percolato in quantità tale da non consentirne né
un utile reimpiego né lo smaltimento negli appositi depuratori – con conseguenti
fenomeni di sversamento nei terreni e nei bacini d’acqua
limitrofi – la mancanza di copertura dei cumuli di rifiuti e la presenza
di plastiche nell’area dedicata allo stoccaggio del prodotto finito.
L’esiguità del materiale venduto dalla Sicilfert al termine delle operazioni di
compostaggio, a fronte dell’ingente quantitativo di rifiuti in ingresso, ha spinto i carabinieri a monitorare gli spostamenti. Dalle immagini delle micro camere appositamente posizionate e dal pedinamento degli autocompattatori, sarebbe emerso che la Sicilfert avrebbe effettuato un sistematico sversamento
di rifiuti non classificabili come compost in terreni delle contrade Maimone, Ciavolo e
Perino del Comune di Marsala, e in altri terreni del territorio di Mazara del
Vallo.
Il prodotto sversato, analizzato in laboratorio, è risultato essere un rifiuto contenente sostanze chimiche pericolose «in concentrazione tale da poter determinare un pericolo concreto di compromissione e
deterioramento dell’ambiente con cui viene in contatto».
A seguito dell’esecuzione del sequestro preventivo, la gestione della Sicilfert è stata
affidata a un amministratore giudiziario, che avrà il compito di sanare le irregolarità riscontrate per consentire il corretto funzionamento dell’impianto. Al momento, l’amministratore nominato ha fatto sapere che l’impianto non può essere operativo.
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