Manager sanità, sigle sindacali riaprono a Razza «Rispettati i tempi, fiduciosi su obiettivi di salute»

Le nomine dei manager sarebbero (anche) frutto dell’interlocuzione tra l’assessorato alla Salute e i sindacati della dirigenza medico-veterinaria. Dopo la conferenza stampa di giovedì scorso, quando proprio i sindacati avevano evidenziato tutte le perplessità legate alla nomina dei nuovi direttori delle Asp e degli ospedali siciliani, si sarebbe tenuto un vertice tra l’assessore Ruggero Razza e i rappresentanti di tutte le sigle. Secondo quanto filtra dalle parti di piazza Ottavio Ziino, in quella sede sarebbe stato condiviso il percorso che avrebbe poi portato, ieri sera, alla pubblicazione delle nomine appena ratificate. 

Insomma, secondo i più maliziosi non sarebbe un caso che questa mattina i sindacati abbiano assunto toni piuttosto sereni rispetto ai nomi dei manager. È così per Massimo Farinella, della Cisl Medici, che si dice «soddisfatto» per la celerità delle nomine. «Dopo le sollecitazioni dei sindacati – aggiunge – il governo ha dato un’importante accelerazione. Era quello che chiedevamo, anche per dare una spallata a quelli che erano stati i veti incrociati nelle compagini dei partiti. Entrando nel merito – aggiunge Farinella – dal punto di vista tecnico e giuridico, l’intesa coi rettori per le nomine nei Policlinici porta fisiologicamente a un minimo di lungaggine dei tempi. In ogni caso prendiamo atto che il meccanismo si è avviato e ci soddisfa. Gran parte dei nuovi nominati non fa parte della vecchia dirigenza, lo leggiamo come un segnale di forte cambiamento ed è apprezzabile. È chiaro che bisogna valutare sul campo, adesso gli obiettivi avranno durata annuale, che consentiranno laddove necessario, di poter aggiustare il tiro».

Sottolinea un’apertura di credito nei confronti di Razza anche Renato Costa, che ammette di non essere «affezionato ai nomi, non commento quelli, ma mi auguro che siano rispettati gli obiettivi. Il tema non deve essere chi è chiamato a dirigere le aziende sanitarie, ma in che modo ne cambierà il corso. Nei nostri incontri con Razza abbiamo condiviso che c’è bisogno di cambiare la sanità e che le valutazioni sui manager non siano più limitate ai pareggi di bilancio, ma agli obiettivi di salute». Secondo Costa, insomma, «esattamente come accade per gli equilibri di bilancio, se un manager non rispetta gli obiettivi di salute deve essere rimosso. Mi fido del fatto che, qualora dovessero determinarsi le condizioni, così sarà». In soldoni, «la valutazione – conclude Costa – non la facciamo sui nomi, ma sugli obiettivi. Tra qualche mese cominceremo a farla sui risultati».

Guardano «con fiducia» anche dal sindacato Anaao, il cui segretario regionale Antonio Palermo ammette: «Il fatto che molti manager siano nuovi, che soltanto in sei siano stati riconfermati e che tre siano ancora in fase di valutazione, fa ben sperare. Il governo ha mantenuto le promesse, i manager sono stati individuati in tempi brevi, in modo tale che possano far ripartire con slancio la sanità nell’Isola. Ne prendiamo atto con fiducia». Un’apertura di credito importante, quella nei confronti di Razza, considerate anche le tante scadenze che lo attendono, dalla costituzione dell’Areus, ai nuovi concorsi in sanità, fino all’esame delle reti territoriale e ospedaliera in corso da parte del ministero della Salute e da quello all’Economia. L’ok dovrebbe arrivare tra circa venti giorni.

L’unica voce fuori dal coro tra i sindacati è quella di Angelo Collodoro, sindacalista della Cimo (anche il suo sindacato, si sussurra in assessorato, sarebbe stato presente al vertice nel weekend), secondo il quale le nuove nomine dei manager «appaiono come il parto del topolino da parte della montagna. Risulta evidente la continuità con il passato remoto ma anche prossimo, dall’era cuffariana a quella lombardiana, fino all’ultima crocettiana». Secondo Collodoro, mentre le organizzazioni sindacali avevano ripetutamente chiesto criteri di competenza e non di appartenenza, ad oggi «sono prevalsi ancora quelli della rodata affidabilità al sistema di potere».

La Regione Siciliana sarebbe «la prima a disattendere l’applicazione della legge dello Stato o a piegare quelle stesse norme ai desiderata del suo presidente e del suo assessore alla Sanità», secondo i deputati del Movimento 5 Stelle e componenti della commissione Salute, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua. «Per la selezione dei manager – sottolinea Cappello – rimangono tutte in piedi le perplessità derivanti da una procedura anomala, che ha richiesto, addirittura, la necessità di un parere interpretativo dello stesso ufficio legale e legislativo della Regione sulla delibera di giunta. E così abbiamo assistito al valzer degli aspiranti manager, prima esclusi e poi riammessi, alla definizione del punteggio minimo e al rischio di ricorsi ed impugnative, il tutto per finire con l’affermare il potere altamente discrezionale dell’organo politico (presidente della Regione) nella selezione dei manager stessi».

Miriam Di Peri

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