Sequestro di beni nei confronti di Giuseppe Pecorino. L’imprenditore agricolo di Agira (in provincia di Enna) è condannato in via definitiva a quattro anni e otto mesi per associazione mafiosa. Esponente di Cosa nostra e vicino al clan nisseno Madonia, sarebbe stato indicato da alcuni collaboratori di giustizia come punto di riferimento per le estorsioni nelle zone di Dittaino, Catenanuova e Leonforte. A essere stati sequestrati un complesso aziendale agricolo, alcuni fabbricati ad Agira, un appartamento a Catania, tre mezzi, le quote di altri immobili di Agira e un conto corrente bancario. Il tutto ammonterebbe a un milione di euro.
Pecorino, che adesso ha più di 80 anni, non è nuovo ai sequestri di beni: nel 2019 un altro sequestro pari a un milione e 70mila euro. In quell’occasione Pecorino aveva venduto alcuni terreni in territorio di Agira, provincia di Enna, alla società veneta Fassa Bortolo. Secondo le indagini delle fiamme gialle, per eludere i successivi controlli patrimoniali e gli eventuali sequestri, Pecorino avrebbe donato al figlio Biagio i terreni che poi avrebbero dovuto essere oggetto di compravendita con Fassa Bortolo. Terreni che poi sarebbero rientrati in suo possesso solo qualche giorno prima della stipula del contratto con la società.
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