Sequestro ai fini di eventuale confisca di tutte le quote e le azioni delle società Due emme srl, Ge.ma. srl e So.me.ca. srl – con sedi a Belpasso e ad Acireale – che sarebbero riconducibili a Carmelo Motta. Il provvedimento del tribunale di Catania è del 26 febbraio scorso e accoglie la richiesta della direzione distrettuale Antimafia etnea, fondata sulle indagini dei Ros della sezione Anticrimine. Le società in questione erano attive nel settore della commercializzazione della carne e di prodotti derivati. Carmelo Motta è imputato nel processo Caronte per concorso esterno in associazione mafiosa alla famiglia Santapaola-Ercolano e per intestazione fittizia delle società sequestrate.
L’imputato avrebbe tenuto nascosto di essere vicino a esponenti di Cosa nostra catanese.
In base agli elementi raccolti durante l’indagine Caronte e alle dichiarazioni rese dall’imputato il tribunale è giunto alla conclusione che Motta avrebbe instaurato rapporti di vicinanza con Cosa nostra etnea riuscendo, in cambio di denaro, a ottenere protezione e vantaggi nello svolgimento dell’attività imprenditoriale. Carmelo Motta, infatti, avrebbe ammesso di aver cercato un contatto con Vincenzo Aiello, uomo che sapeva essere esponente di spicco dei Santapaola, per ottenere protezione per un accordo commerciale con la Meridi srl. La società, quest’ultima, che riforniva le macellerie dei supermercati Fortè, riconducibili a all’ex patron del Catania calcio Nino Pulvirenti.
Motta, inoltre, risulta condannato in via definitiva per estorsione. L’uomo, infatti, aveva incaricato alcuni appartenenti a Cosa nostra di recuperare le somme di denaro relative alla propria attività imprenditoriale. Le operazioni di sequestro da parte dei Ros sono ancora in corso e ammontano a una cifra complessiva di 2.837.124 euro.
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