Non solo assunzioni. Il potere della mafia etnea sulle aziende locali arriva a controllare l’intero ciclo del personale. Come nel caso di Salvatore Cosimo Scuto, arrestato lunedì dalla polizia etnea per tentata estorsione aggravata ai danni del suo ex datore di lavoro, un imprenditore catanese proprietario di una ditta di noleggio mezzi. Un rapporto di lavoro interrotto per volontà dello stesso Scuto che dà le dimissioni ma decide di farci la cresta. Aiutato, secondo gli investigatori, da altri tre uomini: Giovanni Papa, pregiudicato arrestato insieme a Scuto; Alfio Concetto Saitta, pregiudicato anche lui, e Andrea Diego Cutuli, entrambi arrestati ieri sera dalla squadra mobile etnea.
Subito dopo le dimissioni del lavoratore, l’imprenditore comincia a ricevere strane visite. Alcuni uomini lo avvicinano per convincerlo a corrispondere a Scuto la somma di undicimila euro, un trattamento di fine rapporto superiore al dovuto. Davanti alle resistenze del proprietario della ditta, le visite si fanno sempre più insistenti, alcune volte alla presenza dello stesso ex lavoratore. Impossibile non capire il tenore di quegli appuntamenti. «Se vuole tornare a casa tranquillo…», minacciano l’imprenditore in un’occasione Saitta e Cutuli, secondo le indagini della procura etnea. «Io la sto aspettando qua ed è meglio che non passa», gli dice al telefono Papa, arrivato in azienda insieme a Scuto per l’ennesima visita, ma non trovando presente l’ex datore di lavoro.
L’imprenditore, intanto, a fine maggio denuncia le minacce. Cominciano le indagini, continuano le visite – stavolta controllate dalla polizia – e davanti al continuo rifiuto dell’uomo a pagare i quattro uomini si fanno più aggressivi. Il 5 agosto Scuto, insieme a Papa, torna ancora all’azienda di noleggio mezzi. Ma questa volta fa passare alle vie di fatto il proprio accompagnatore, che aggredisce l’imprenditore con calci e pugni. Gli agenti della squadra mobile, nascosti nelle vicinanze in servizio di appostamento, intervengono e arrestano i due uomini. Ieri sera il cerchio si chiude con la cattura degli altri due complici, Saitta e Cutuli. I quattro sono adesso detenuti con misura cautelare nel carcere di piazza Lanza.
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