Pensare che la mafia non possa tornare alle stragi sarebbe sbagliato. Ne è convinto Nino Di Matteo, magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, da anni impegnato nei principali processi contro Cosa nostra. Il pm ha parlato nello studio di Petrolio, la trasmissione televisiva condotta da Duilio Giammaria che andrà in onda stasera alle 23.30 su Rai1. «Le stragi che sono state compiute in Italia e in Sicilia anche a opera di Salvatore Riina non hanno uguali al mondo – ha dichiarato Di Matteo -. Acquisizioni investigative ci fanno ritenere che il pericolo di un ritorno allo stragismo sia sempre attuale. Già in passato si era ritenuto che Cosa nostra avesse smesso di far parlare le armi e le bombe e poi ci si è dovuti ricredere».
Il magistrato ha sottolineato come già due anni fa Cosa nostra sarebbe stata vicina a lanciare un nuovo attacco allo Stato: «Sono emersi elementi concreti che fanno pensare che la mafia si stesse predisponendo a tornare con attentati nei confronti di magistrati di Palermo». Proprio Di Matteo, secondo Vito Galatolo – l’ex padrino della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, oggi collaboratore di giustizia – sarebbe la principale vittima designata. Con il tritolo da utilizzare per l’attentato che sarebbe già da tempo in Sicilia, anche se fino a oggi non è mai stato individuato il punto in cui sarebbe custodito.
La rete principale della Rai già la scorsa settimana aveva trattato l’argomento mafia, con l’intervista al figlio del boss Totò Riina. Ma in un modo tale da scatenare una lunga scia di polemiche. A essere state prese di mira, infatti, è stato l’atteggiamento del conduttore di Porta a Porta, Bruno Vespa, accusato di aver concesso la scena al figlio di uno dei più sanguinari mafiosi della storia, senza porre le giuste domande.
A commentare l’intervista è stata oggi Maria Falcone, la sorella del magistrato ucciso a Capaci nel 1992 proprio per volontà di Riina: «Sembrerà assurdo, ma questa faccenda ha finito per essere un fatto positivo – ha dichiarato nel corso di un incontro a Catania – perché la reazione della gente è stata talmente forte che mi ha incoraggiato a pensare che quello che abbiamo seminato lo stiamo raccogliendo». Maria Falcone ha poi ricordato la reazione della libreria Vicolo stretto di Catania, che ha esposto un cartello in cui si annunciava la volontà di non ospitare il libro di Riina jr nei propri scaffali.
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