Il gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha disposto un provvedimento restrittivo, eseguito dai carabinieri di Palermo, nei confronti di nove indagati ritenuti a vario titolo responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato in concorso e frode in competizioni sportive. Sono ritenuti anche vicini al clan di San Lorenzo e Resuttana e si tratta di allenatori ma anche gestori di scuderie e fantini.
Tra loro c’è anche una donna, finiti ai domiciliari. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi. L’attività d’indagine, denominata convenzionalmente Corsa Nostra, costituisce l’approfondimento di alcuni elementi investigativi acquisiti nell’operazione Talea, del dicembre 2017, che aveva portato all’arresto, tra gli altri, del presunto boss di San Lorenzo Giovanni Niosi.
I carabinieri, intercettando quello che sono loro era il capomafia della zona, accertarono i suoi rapporti con alcuni personaggi molto conosciuti nel mondo dell’ippica a Palermo, come Giuseppe Greco, che avrebbe accompagnato più volte Niosi a summit di mafia, Domenico Zanca e la giovane fantina Gloria Zuccaro, tutti arrestati oggi dai carabinieri. Tutti elementi che hanno permesso di documentare come Cosa nostra esercitasse un controllo sull’ippodromo di Palermo, chiuso già da oltre un anno per l’interdittiva della prefettura, che ipotizzava appunto infiltrazioni mafiose.
In carcere sono stati condotti: Natale Cintura, 53 anni, Massimiliano Gibbisi, 48, Giuseppe Greco, 62, Salvatore La Gala, 66, Giovanni La Rosa, 66, Giovanni Niosi, 64, Antonino Porzio, 57, Domenico Zanca, 48. Ai domiciliari è finita Gloria Zuccaro, 38 anni. Sono stati sequestrati i cavalli Ronny Alter della scuderia di Gloria Zuccaro e Rarissima Slid sm e Salice del Rum della scuderia di Giuseppe Greco.
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