Lercara Friddi, incontro tra i sindacati e i cittadini «Senza rilancio territorio sarà presto semi deserto»

Strade spesso impercorribili, specie con le piogge invernali, che lasciano isolate per giorni zone intere. Strade colabrodo che rendono impossibile i tragitti quotidiani. Anche quando è necessario raggiungere, ad esempio, un ospedale. Le cattive condizioni della viabilità sono state uno dei temi caldi affrontati a Lercara Friddi nella sala Palagonia, durante il secondo momento di confronto fra sindacati e cittadini organizzato dalla Federazione pensionati della Cisl e dalla Cisl Palermo-Trapani. «Per arrivare da Palermo a Lercara, ad esempio, per via dei lavori interminabili sullo scorrimento veloce Palermo-Agrigento che vanno avanti ormai da oltre quattro anni, ci vogliono due ore invece che una. Ci sono ben sette semafori per i cantieri che rallentano. È giusta e dovuta la manutenzione delle strade, ma non comprendiamo perché i lavori nella nostra terra debbano durare così tanto». Un interrogativo, quello posto dal segretario generale Cisl Palermo-Trapani Leonardo La Piana, che anima praticamente ogni siciliano. Specie quelli costretti a spostarsi proprio fra quelle zone che spesso restano isolate e dimenticate.

Condizioni instabili e precarie, che allungano i tempi e che aumentano i costi, incidendo non poco sulle aziende della zona, in particolare quelle che operano nel settore del legno e dell’alluminio. Un discorso che vale anche per le strade provinciali, che soffrono degli stessi disagi. Sono quelle che portano ad esempio verso le campagne di Lercara e dove si trovano diverse piccole e medie aziende agricole, inevitabili vittime dei cattivi collegamenti e dell’isolamento. «Molte strade sono franate – precisa La Piana – e percorrerle d’inverno è un grande disagio. I cittadini lamentano che la manutenzione di queste arterie è venuta meno soprattutto per via del caos post riforma delle ex province, che si occupavano di questa attività. Stesso discorso anche per la manutenzione degli edifici scolastici della zona». Tema altrettanto spinoso e intrecciato a doppio filo a quello della viabilità e dei collegamenti è quello della sanità: dalle strutture inesistenti a quelle che invece ci sono – quando raggiungibili – ma che andrebbero potenziate.

«Lercara Friddi è dotata di un grande poliambulatorio ma troviamo insensato che non ci sia la tac – spiega ancora il segretario generale -, così gli utenti devono recarsi per forza a Cefalù o a Palermo per poter fare questo esame. Siamo dell’idea che sulla sanità non si può risparmiare perché si tratta di un fondamentale diritto dei cittadini. Si potenzi la struttura». L’ospedale più vicino si trova a Corleone, «e con le condizioni davvero pessime delle nostre strade spesso è davvero un’impresa raggiungere il paese». E sono tanti i casi in cui qualcuno, scoraggiato dallo stato delle strade e dai collegamenti in tilt, ha preferito rinunciare direttamente. Ma è chiaro che una scelta del genere, cioè quella di accantonare l’idea di sottoporsi a una visita o un esame, se prolungata rischia di avere a lungo andare conseguenze drammatiche.

Ma non solo viabilità e sanità. Si pensi ad esempio al tema della povertà crescente, aspetto che riguarda molto da vicino soprattutto i pensionati madoniti. «Loro sono spesso i più colpiti – osserva Mimmo Di Matteo, segretario Fnp Cisl Palermo Trapani -, bisogna potenziare i servizi sociali, nei territori gli enti locali devono fare uno sforzo in più. Gli anziani spesso sono gli ammortizzatori sociali delle famiglie e se soffrono loro, soffre la collettività». Soffrono anche quei tutti quei giovani che, di fronte a uno scenario così desolante e a opportunità professionali quasi inesistenti, decidono di fare i bagagli e lasciare il territorio natio. Contribuendo inevitabilmente ad alimentare i numeri dello spopolamento, circostanza ormai tipica di certe zone e che a Lercara sembra essere diventata da qualche tempo realtà.

«Ormai si è scesi a settemila abitanti nel paese del palermitano – concludono La Piana e il responsabile zonale Cisl Franco Saglimbeni -, vanno via non solo i giovani laureati ma tutti coloro che non trovano una possibilità di inserimento lavorativo nella propria città anche nel settore della manodopera. L’edilizia è ferma, manca qualsiasi forma di investimento pubblico e privato nella zona, i Comuni hanno difficoltà economiche, insomma se non si agisce con un piano complessivo di sviluppo che valorizzi le eccellenze nella zona e faccia partire progetti concreti di rilancio dell’edilizia, della sanità, delle politiche sociali, presto il territorio sarà semi deserto». Un vero e proprio grido d’allarme, sempre più evidente confronto dopo confronto e impossibile da ignorare, sollevato da cittadini e sindacati: «È tempo che le istituzioni pensino anche ai territori di provincia». Quelli dove, più che altrove, oggi si respirano solitudine e smarrimento. «Stiamo parlando di temi caldi a contatto con la gente, perché una buona assemblea vale molto di più di un interessante tweet», il commento finale di La Piana.

Silvia Buffa

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