Ci dicono che dobbiamo avere fiducia nei partiti: che senza partiti politici non c’è democrazia: che senza i partiti si sprofonda nel baratro. Tutto vero. Sottoscriviamo. Però dai partiti ci si aspetta qualcosa di diverso dalle volgari storie di denaro. Purtroppo non è così. E lo dimostra la vicenda della ex Margherita. Dove Luigi Lusi, ex tesoriere di questo partito, ha tirato pesantemente in ballo Francesco Rutelli ed Enzo Bianco. Sono due autorevoli esponenti del centrosinistra italiano. Il primo è stato ministro dei Beni culturali e avversario di Berlusconi ale elezioni politiche del 2001. Il secondo è siciliano ed è stato sindaco di Catania e ministro degli Interni. Sui ‘casi’ Rutelli e Bianco interviene Gaspare Nuccio, già parlamentare nazionale della Rete e poi esponente della Margherita.
Gaspare Nuccio, ai tempi in cui stava nella Margherita non molto beni visto. Ed è anche logico: Nuccio, che è stato componente dell’Assemblea federale della Margherita, ha alle spalle un’esperienza nella sinistra vera, mentre i margheritini, oggi confluiti nel Pd, provengono dalla Democrazia cristiana e da altri partiti della cosiddetta Prima Repubblica, dove tante ‘cose’ erano, se non lecite, quanto meno usuali. Come quello di spartirsi il finanziamento pubblico dei partiti come se fosse la pizza Margherita che sta sopra: un pezzo a te e un pezzo a me…
Come tutti sappiamo, Rutelli e Bianco hanno respinto “sdegnati” il fatto di essere stati accusati da Lusi di aver preso soldi. Tesi alla quale Gaspare Nuccio dimostra di non credere. “Quando l’incontinenza verbale supera il livello della decenza si dovrebbe avere il pudore di tacere e nascondersi per la vergogna. Non è questo il caso di Rutelli e Bianco, che continuano a rilasciare dichiarazioni indignate sull’uso dei soldi della Margherita”.
Fine della strigliata? Neanche per sogno. “Quanta ipocrisia – insiste Nucccio – in queste dichiarazioni. Se sono cosi’ puri perché hanno richiesto un parere pro veritate all’ex sottosegretario Andrea Zoppini, indagato per frode fiscale, per impedirmi di partecipare all’Assemblea federale che decideva su uso e destinazione di quei soldi? Adesso è tutto più chiaro: servivano per finanziare la loro attività”.
“Giova ricordare – aggiunge Nuccio – che la Margherita non faceva più attività politica di partito. Sfugge a Bianco e Rutelli che queste cose dovevano farle con i loro soldi, non con quelli miei e dei cittadini che pagano le tasse”.
A Nuccio il “rito dell’indignazione” di Rutelli e Bianco non va proprio giù: “Io – dice -quando ho fatto il deputato i collaboratori li pagavo con i miei soldi”. Allora, aggiunge l’ex parlamentare della Rete, “Si usava fare una cosa per voi impensabile: i soldi al partito li davamo noi e non viceversa. Per vostra conoscenza, nel 1992, davo 5 milioni di lire al mese alla Rete. Molti cittadini e componenti dell’Assemblea federale della Margherita vi hanno chiesto di non continuare ad occuparvi delle vicende economiche dei DL ma voi, fregandovene bellamente, continuate a farlo imperterriti”.
Nuccio si chiede perché, “nonostante le mille richieste” non viene convocata l’Assemblea federale del partito. Che è, aggiunge l’ex parlamentare nazionale della Rete – unico organo legittimato a discutere e decidere cosa fare del finanziamento pubblico”.
Quindi l’affondo finale: “E’ troppo chiedervi di risparmiarci questo supplizio? Sarebbe dignitoso per voi e rispettoso per noi, ma ho come l’impressione che è chiedervi troppo”.
La foto della pizza Margherita (tratta da hotelcampodefiori.blogspot.com) è la metafora del partito, anzi, ex partito di Francesco Rutelli e Enzo Bianco: una pizza che veniva equamente divisa: un pezzo tu, un pezzo io, mangia tu, mangio io, viva il finanziamento pubblico dei partiti!
Foto di Francesco Rutelli tratta da zam.it
Foto di Enzo bianco tratto dal Senato
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