«Il Movimento 5 stelle non rinuncia agli stipendi». Da qualche giorno i titoli di alcuni quotidiani si rincorrono sulla notizia. A chi Beppe Grillo e il M5s non stanno poi così simpatici non è sembrato vero poter approfittare subito di un passo falso. E infatti non lo è, sostiene il capogruppo del Movimento all’assemblea regionale siciliana Giancarlo Cancelleri. «Tre cose nella vita sono sicure: la morte, il bunga bunga e il fatto che sugli stipendi non faremo mai marcia indietro», dice. Non più di 2.500 euro per deputato – 15 in tutto in Sicilia – è il tetto fissato in campagna elettorale. Ma, per un cavillo burocratico, sembra non essere possibile e così, almeno per il primo mese, le buste paga degli onorevoli a 5 stelle peseranno come tutti gli altri: anche più di diecimila euro netti per chi ha incarichi di responsabilità.
«E’ vero che nei nostri conti personali arriveranno somme superiori a quelle che noi abbiamo annunciato, ma lì resteranno per pochissimo», conferma Cancelleri. Onorare la promessa elettorale è fuori discussione per i deputati M5s, il problema sta nel come farlo. «Lincertezza ancora esistente sulle modalità di restituzione delle somme non è certamente imputabile a noi – spiega il capogruppo, ex candidato alla presidenza della Regione Sicilia – Appena ne avremo la disponibilità, e ancora non labbiamo, storneremo le eccedenze nel contro corrente dellArs a mezzo bonifico bancario». Gli stipendi, interi, continueranno quindi ad arrivare ai 15 onorevoli, ma la parte in eccesso andrà devoluta forse a un fondo vincolato regionale. Che servirà per finanziare diverse attività produttive.
Ad essere restituite saranno anche le indennità aggiuntive per le presidenze e vicepresidenze, assicurano dal M5s. Un discorso diverso viene fatto invece per i finanziamenti ai gruppi consiliari regionali, «a cui accederemo, altrimenti come si lavora?», fa sapere Marco Benanti, addetto stampa del Movimento siciliano. «Il gruppo di lavoro è fondamentale – spiega – Basti pensare agli esperti nello scrivere i disegni di legge». Per accedere a questi contributi, però, il M5s dovrà assumere nello staff alcuni impiegati della Regione, già stabilizzati. «La normativa ti obbliga a farlo, altrimenti il finanziamento viene dimezzato o annullato – continua Benanti – Si tratta di persone già interne alla Regione ma che vengono retribuite dai partiti tramite questi fondi». A quanto ammonterà questo tesoretto è ancora da vedere. «Bisogna capire se questa legislatura, in tempi di spending review, vorrà accogliere la volontà del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone di ridurre in modo sostanziale tutti i tipi di finanziamenti».
[Foto di sicilia5stelle.it]
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