Se siete arrivati in casa di sconosciuti tramite un indirizzo ricevuto via WhatsApp due ore prima della cena, se state per gustare piatti preparati da uno chef misterioso e assistere all’esibizione di un altrettanto misterioso cantautore, non ci sono dubbi: state partecipando a Danoy house concerts, rassegna di concerti unplugged che si svolge in abitazioni private con l’intento di far conoscere artisti del panorama musicale italiano e straniero in un contesto intimo e di contatto diretto tra ascoltatori e musicisti.
Il progetto, che torna lunedì 24 febbraio con il secondo appuntamento della seconda stagione, nasce nell’ottobre 2018 da tre catanesi di 34, 35 e 43 anni: Rosario Sorbello, Claudia Santisi e Raimondo Ferraro. Ognuno di loro ha un ruolo specifico nell’organizzazione dell’evento: Raimondo, imprenditore catanese trapiantato a Palermo, è direttore artistico e ha il compito di scovare gli artisti che si esibiscono durante le serate; Claudia, avvocata, si occupa dell’aspetto logistico, di reperire le location, coordinare il lavoro dello chef e selezionare le cantine; spetta a Rosario, invece, che nella vita lavora come educatore psichiatrico, la missione di comunicare il format.
«Da tempo avevo in mente di realizzare dei piccoli concertini in abitazioni private – racconta Rosario a MeridioNews – e un giorno ne parlai con Raimondo, che mi mise in contatto con Claudia, che voleva organizzarne uno a casa sua». È stato quello lo spunto per concepire il format da riproporre in diverse date: dieci fino a oggi. Ma come si sviluppa? «Danoy è un secret concept, nessuno sa chi sarà l’artista che andrà ad ascoltare e non ha idea né di chi sarà lo chef, né di dove si trova l’abitazione in cui si svolgerà l’evento, che comunichiamo due ore prima dell’appuntamento. Quando esce l’annuncio sulla pagina Facebook – aggiunge Rosario – si versa una quota di partecipazione che copre le spese dell’iniziativa e si lasciano nominativo, mail e recapito telefonico per essere contattati e ricevere l’invito da esibire all’ingresso e le coordinate dell’abitazione».
Un vero e proprio evento a scatola chiusa, quindi, che non ha intimorito gli ospiti, attirati, anzi, dall’idea di un appuntamento al buio. «Andiamo in sold out solitamente dopo circa dieci giorni da quando l’evento viene pubblicato sui social, coinvolgendo ogni volta 60/70 persone di ogni genere ed età, tra new entry e habitué che si presentano a ogni appuntamento. E la figata è proprio questa: si va dal ragazzino di 20 anni al professionista di 50, ed è bello l’ambiente conviviale che si crea ogni volta».
Danoy è una sorta di cena sociale dove ci si ritrova seduti attorno a un tavolo, sul divano o sui cuscini sistemati in mezzo al salotto ad ascoltare cantautori come Nicolò Carnesi, Stefano Alì, Sergio Beercock, Lead to gold e altri artisti della scena siciliana conosciuti anche a livello nazionale. Trovare i posti non è un’impresa tanto ardua come si può pensare. Già dal secondo appuntamento, infatti, sono i proprietari stessi delle case a proporsi, mettendo a disposizione abitazioni di design, tutte a Catania. Tra gli host fino ad ora si contano proprietari di b&b, avvocati, architetti, designer, che per il gusto di far vedere le loro abitazioni le mettono in mostra. «Devono essere tutti posti abitati quotidianamente – chiarisce Rosario – perché il progetto ruota attorno alla logica dell’accoglienza e della condivisione del proprio spazio».
Per quanto riguarda gli chef, invece, il trio può contare su un’ampia cerchia di amici che lavora in cucina. Sei o sette a turno mettono il proprio talento a disposizione del format, preparando menù e finger food, che si adattano alla selezione di vini. Tutto a chilometro zero. «La nostra iniziativa è un po’ la commistione tra due format esistenti, Sofar sounds – che si svolge a New York, Amsterdam e Londra, per citare alcuni esempi – e Gnammo, applicazione nata per organizzare cene sociali. È bello vedere un gruppo di sconosciuti che si trova a condividere uno spazio molto stretto, a mangiare e bere insieme, creare dei legami dal nulla. Spesso le persone che si sono conosciute a uno dei nostri eventi tornano insieme la volta successiva, questo vuol dire che si stringono delle vere e proprie amicizie».
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