Una festa per il fiume Oreto, o meglio per brindare alla fine della campagna di raccolta firme per l’edizione 2018 dei Luoghi del Cuore ideata dal Fai (Fondo ambiente italiano). Una scelta, quella dei promotori – il Comitato Salviamo L’Oreto, in collaborazione con Terradamare, Social Influencer e UpPalermo – fatta per ringraziare gli sforzi che in questi mesi volontari e associazioni hanno portato avanti per spingere il fiume in alto in classifica.
La competizione online (qui si trova la pagina internet con la classifica aggiornata), che permette al vincitore di ottenere 50.000 euro messi in palio dal Fai e dalla banca Intesa San Paolo, si chiuderà il 30 novembre alle 24, e dopo una maratona di 6 mesi (la raccolta voti è partita il 30 maggio) il bistrattato corso d’acqua di Palermo risulta al primo posto con oltre 54mila preferenze, staccando di circa 7mila voti l’Antico stabilimento termale di Porretta Terme (Bo). Un dato non ancora definitivo, sia per le ultime ore ancora disponibili per votare sul sito del Fai, sia perché il conteggio comprenderà oltre ai click anche le firme raccolte nei banchetti sparsi nelle vie e nelle piazze delle varie città. Ed in questi mesi i promotori hanno realizzato varie iniziative per diffondere notizie sul fiume, comprese visite in loco e campagne social, potendo contare – tra l’altro – anche sul documentario realizzato dal film maker Igor D’India diventato virale su Youtube.
Ma se il risultato finale si saprà solo a febbraio 2019, per il comitato organizzatore della candidatura dell’Oreto, si è già di fronte ad una vittoria, «dato che – spiega Salvatore Buccheri, del comitato Salviamo L’Oreto – il nostro primo obiettivo della campagna era accendere i riflettori e sensibilizzare le coscienze dei singoli cittadini, della comunità e delle istituzioni sull’attuale stato di salute del fiume (di certo non grandioso, tra incuria, rifiuti e scarichi fognari più o meno abusivi, ndr). E infatti siamo stati ricevuti all’Ars, l’assessorato regionale al Territorio ha promosso gli Stati generali sull’Oreto, e il Comune sta lavorando per destinare parte della tassa di soggiorno al fiume e a Monte Pellegrino».
Però molto rimane ancora da fare verso il traguardo che si chiama Parco dell’Oreto, unico modo per salvaguardare il presente ed il futuro di questo corso d’acqua, il cui letto si snoda attraverso tre comuni: Monreale (le sorgenti), Altofonte, e Palermo (la foce). Intanto si andrà per gradi: «Il nostro attuale progetto concertato con Comune ed Arta – continua Buccheri – prevede una rinaturalizzazione degli ultimi 1200 metri del fiume, più o meno dal ponte di via Oreto alla foce. Puntiamo ad eliminare le sponde in cemento per ripristinare un percorso più naturale, creando delle anse che aiutino l’ossigenazione dell’acqua. Inoltre vogliamo favorire lo sviluppo della vegetazione utile come il papiro, limitando quella dannosa come le canne e il ricino. Proprio per questo le periodiche pulizie dell’alveo andrebbero fatte in determinati periodi dell’anno, e sotto il controllo di un occhio esperto. È ovvio che a priori si devono eliminare gli scarichi fognari».
A graduatoria ufficializzata bisognerà inviare il progetto esecutivo per un esame da parte del Fai, e verso fine 2019 dovrebbero essere stanziati i soldi vinti. Ma, seppure arrivassero la vittoria e i soldi, questi ultimi non sarebbero certo sufficienti a coprire i costi del progetto, per questo si lavorerà per cercare sponde istituzionali. «Il passo ulteriore sarà – sottolineano i promotori – far riappropriare la cittadinanza del fiume, creando spazi e piccoli parchi lungo il corso dell’Oreto. Se la gente lo inizierà a frequentare, allora aumenterà anche la salvaguardia».
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