Qualche sintomo si era già manifestato di recente ma, senza conferme, non era possibile avere una fotografia nitida del quadro clinico. Gli indizi, invece, sono aumentati e adesso è più facile risalire al leggero malessere con cui in questo periodo è alle prese il Palermo. Che non sta male – e lo dimostra il fatto che la serie utile continua – ma che rispetto a prima non scoppia di salute. Il problema è la pareggite, patologia sancita dall’1-1 rimediato sul campo dello Spezia. E’ il quarto pari nelle ultime cinque gare, il secondo consecutivo e anche il secondo di fila maturato in una partita in cui i rosanero si erano portati in vantaggio prima di farsi rimontare. Dato statistico che aumenta il rammarico dettato dalla consapevolezza che, sulla falsariga del film ambientato sabato scorso al Barbera in occasione del match con il Livorno, l’undici di Stellone avrebbe potuto fare qualcosa in più per conquistare l’intera posta in palio.
Il pari di oggi è un risultato veritiero, rispecchia l’andamento di una sfida equilibrata (e anche godibile sotto il profilo dello spettacolo in controtendenza rispetto alla media delle gare di serie B) perché i padroni di casa non avrebbero meritato di perdere ma i complimenti da fare ai liguri per la grinta e la tenacia con cui sono riusciti a contenere l’onda d’urto della capolista e ad ovviare all’assenza di pedine importanti come lo squalificato Terzi in difesa o gli indisponibili Galabinov e Okereke in attacco non devono deresponsabilizzare i rosanero. Sempre sul pezzo e in grado di reggere i ritmi sostenuti della formazione di Marino supportata da un pubblico caloroso ma incapaci di sferrare all’avversario il colpo del potenziale ko. Gli ospiti, salvati in un paio di occasioni da un ottimo Brignoli, soprattutto nel primo tempo hanno espresso un buon calcio impreziosito al 25′ dal secondo acuto stagionale di Falletti che ha superato Lamanna con un bel ‘tocco sotto’ di destro al culmine di una splendida azione rifinita da Puscas e Moreo ma, come successo in altre circostanze, non hanno trovato il guizzo per mettere il timbro sul match e portare a termine la propria missione. Ridimensionata, in questo caso, dal pari realizzato al 33′ da Capradossi, bravo e fortunato a farsi trovare pronto sulla traiettoria di una conclusione di Bartolomei sugli sviluppi di un corner.
Anche se uscire dallo stadio Picco con un risultato positivo non è un esercizio scontato resta la sensazione di incompiutezza di un Palermo condizionato da alcuni difetti da correggere e che ancora non riesce ad imprimere al proprio percorso quell’accelerata necessaria per abbozzare un primo tentativo di fuga. La compagine di Stellone ha le potenzialità per fare questo scatto in avanti ma in questo momento non è ancora pronta per il decollo. Del resto, è difficile spiccare il volo se giocatori che dovrebbero fare la differenza come Trajkovski (schierato oggi come esterno sinistro in un 4-4-2) si prendono troppe pause nell’arco dei 90 minuti o se uomini deputati al gol come Puscas, in assenza oltretutto dell’infortunato Nestorovski, sono macchinosi o arrivano costantemente in ritardo sui palloni vaganti in area di rigore. Impalpabile il rumeno, punto debole nella gara odierna di un tandem in cui invece ha dato conferme incoraggianti Moreo, in evidenza per l’assist a Falletti in occasione del momentaneo 1-0 ma anche per una prestazione caratterizzata da grande intensità e spirito di sacrificio. Che, però, non è bastata per portare a casa i tre punti. La continuità (i rosa hanno ottenuto oggi l’undicesimo risultato utile di fila) è un’arma molto importante per chi ha determinate ambizioni ma, con la sindrome della pareggite, ci può essere anche un rovescio negativo della medaglia: per dare slancio ad un cammino orientato verso la serie A non si può viaggiare con il freno a mano tirato. Bisogna disattivarlo e tornare a spingere sull’acceleratore.
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