Lotta libera, da Giarre alla Nazionale Sacrifici e vittorie con il sogno Rio 2016

I biglietti sono già stati acquistati: 18 e rigorosamente low cost. Catania-Roma con Ryanair. I campionati italiani assoluti di lotta libera si terranno a Terni l’8 marzo. Al Club Meeting di Giarre le risorse economiche sono poche, ma gli atleti con le carte in regola per partecipare alla gara nazionale più importante sono tanti. Dalla palestra del presidente e allenatore Franco Sorbello negli ultimi otto anni sono usciti campioni capaci di portare a casa per sei volte il titolo di campione italiano. Dal 1983, anno della nascita del club, le medaglie agli assoluti (dai 20 ai 35 anni, i senior) sono una trentina; considerando anche le categorie giovanili dei cadetti e dei juniores, si arriva a un centinaio. «Anche quest’anno puntiamo a due, tre medaglie», spiega Sorbello, professore di educazione fisica al liceo classico di Mascalucia per mestiere, maestro di lotta e judo per passione. I campionati italiani di marzo sono solo una tappa del 2014 che, successivamente, vedrà in calendario anche gli Europei e i Mondiali. All’orizzonte resta il sogno olimpico: Rio de Janeiro 2016. L’obiettivo di una vita per Andrea Sorbello, 26 anni, dal 2006 tesserato al Centro polisportivo olimpico dell’Esercito, ma che continua ad allenarsi a casa.

Andrea è il figlio più grande di mister Franco. Tra i tappeti della palestra ci è cresciuto sin da bambino, arrivando a laurearsi campione italiano nel 2012 nella categoria 84 chili e confermando la medaglia d’oro nel 2013 nei 74 chili. «Abbiamo deciso di cambiare perché così posso essere più competitivo, ma i sacrifici da fare per la dieta sono moltissimi, visto che il mio peso forma è di 80 chili», precisa Andrea, che ha visto sfumare il sogno dei Giochi di Londra 2012 nel difficilissmo torneo di qualificazione olimpica. Insieme a lui nel giro della nazionale italiana sono finiti la sorella minore Francesca, 21 anni, che l’anno scorso ha partecipato ai Mondiali Juniores e quest’anno ha fatto il salto tra i grandi; Salvatore Mannino, 23 anni, già due volte campione italiano: nel 2011 nella categoria 55 chili e l’anno successivo nei 60 chili, a cui è seguita la partecipazione ai Giochi del Mediterraneo nel 2013 e la rottura di un legamento crociato che lo ha momentaneamente fermato; l’ultimo giarrese arrivato in casa azzurra è Gianluca Coco, classe ’94, laureatosi campione italiano juniores l’anno scorso nella categoria 66 chili. Una pioggia di successi che sono valsi all’allenatore Franco Sorbello e al club, la stabile presenza nella top dieci delle squadre riconosciute dalla Fijlkam, la Federazione italiana judo, lotta, karate e arti marziali, nonché la medaglia di bronzo al valore sporivo del Coni. Riconoscimento, quest’ultimo, dato anche ad Andrea Sorbello e Franco Mannino per i risultati ottenuti nel 2011.

E’ un’eccellenza dello sport italiano che va avanti da 30 anni nel silenzio, tra difficoltà economiche e una gestione familiare, grazie al fondamentale contributo degli altri allenatori: Enzo Mazzeo e Giovanni Aleo. «Siamo un piccolo club con atleti validi e un vivaio che sta crescendo, in un mondo dove nazioni come la Russia, il Giappone, l’Ucraina hanno uno strapotere assoluto – racconta Franco Sorbello – All’estero si investe di più: gli atleti girano per il mondo, partecipano a stage e competizioni, quello che nel nostro piccolo cerchiamo di fare anche noi. Ci affidiamo al nostro staff, fatto di mamme, genitori, mia moglie, per abbattere le spese e dare la possibilità a tutti i ragazzi che ne hanno titolo, voglia e capacità di partecipare a gare nazionali e internazionali». Come nel caso del torneo Dan Kolov Nicola Petrov, che si terrà a Sofia nei prossimi giorni e a cui parteciperanno gli atleti migliori del mondo. Andrea Sorbello ci sarà e resterà successivamente ad allenarsi in Bulgaria per qualche settimana. «Perché è vero che ci sono pochi soldi, ma abbiamo una rete di contatti in tutto il mondo», sottolinea l’allenatore, che ha tirato su tanti campioni, scegliendo di rimanere nella sua terra.

«Mi sento un cittadino giarrese – spiega Franco Sorbello – anziché emigrare preferisco vivere nel mio quartiere, reclutare i ragazzi, levarli dalla strada, abituarli al sacrificio, ad allenarsi, a sudare, a lottare per ottenere qualcosa. Noi adulti educhiamo i giovani a credere che le cose si ottengono facilmente. Non è mai colpa loro, siamo noi che dobbiamo indicare la via giusta. In 30 anni centinaia di ragazzi mi hanno seguito divertendosi, qualcuno è diventato bravo, altri no, ma sono sicuramente cresciuti meglio». Alla luce di quanto costruito in decenni, il silenzio delle istituzioni sembra assordante. «Non sono uno abituato a chiedere, ma questi ragazzi rappresentano un’eccellenza nazionale che sarebbe giusto valorizzare, invece per il Comune non siamo mai esistiti», ammette quasi sottovoce, più rassegnato che arrabbiato, il presidente del club.

E di sacrifici i ragazzi di mister Sorbello ne fanno tanti. Due allenamenti al giorno: mattina in palestra, corsa al campo di atletica o in montagna, pomeriggio sul tappeto. «Quando mi avvicino alle gare, come in questi giorni, devo stare a dieta ferrea – precisa Andrea Sorbello, prossimo a partire per Sofia – rinunciare alle uscite, mangiare sempre a casa, diminuendo tantissimo l’apporto calorico e nelle ultime 36 ore anche quello dei liquidi. Al momento del peso, la sera prima della gara, non devo superare i 74 chili neanche di 100 grammi». Nonostante questo, alla domanda «qual è la gioia più grande che ti ha dato la lotta?», tutti ricordano prima «il senso di famiglia e amicizia» nato tra compagni di allenamenti e solo dopo la conquista di titoli, medaglie, riconoscimenti. «Per me la lotta è come vivere, non riuscirei a pensare di trascorrere un giorno senza allenarmi», aggiunge Gianluca Coco.

Resta, lontano ma non troppo, il sogno olimpico. «Per i più piccoli – Coco, Francesca Sorbello e Mannino – l’obiettivo potrebbe essere il 2020 – spiega l’allenatore – Per Andrea, invece, Rio arriva nel momento della sua completa maturità agonistica. Ma è molto difficile: nella lotta libera si qualificano solo 22 atleti che dovranno sudarsi il posto in tornei di qualificazione nei sei mesi precedenti i Giochi. Non esiste un ranking come per altre specialità, basato sui risultati degli ultimi anni». «Rio de Janeiro è l’obiettivo primario della mia carriera – conclude Andrea – mi sto preparando e tutto da adesso in poi sarà in funzione di quel sogno».

Salvo Catalano

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