Lotta greco-romana, parla l’ex olimpionico Campanella «A Catania impianti fatiscenti, ma noi realtà virtuosa»

«Mi sono avvicinato a questo sport all’età di dieci anni tramite mio cognato, perché all’epoca hanno aperto un centro sportivo della polizia di Stato a Catania, in Corso Italia, tra parenti degli agenti». Salvatore Campanella, ex atleta di lotta greco-romana, racconta così a MeridioNews il modo in cui ha cominciato a praticare uno sport che indubbiamente non è tra i più conosciuti, ma che lo ha portato a due partecipazioni olimpiche: «I maggiori risultati raggiunti nel corso della mia carriera sono i Giochi Olimpici. Ho partecipato a Barcellona nel 1992 e ad Atlanta nel 1996. Inoltre sono stato presente a tutte le massime attività internazionali, come gli europei, i campionati del mondo, i giochi del Mediterraneo e i campionati del mondo militari, perché appartengo al corpo forestale della regione siciliana».

L’ex lottatore spiega come la manifestazione a cinque cerchi sia il traguardo a cui aspira ogni atleta: «L’obiettivo finale per qualsiasi sportivo è quello di partecipare ai Giochi Olimpici, se si tratta di discipline olimpiche. È un traguardo importante, sicuramente il massimo a cui un atleta può aspirare. Inoltre – continua il campione – molte discipline hanno attenzione mediatica soltanto in quel contesto. Nel settore della lotta, per di più, gli atleti sono talmente pochi, 18 in ogni categoria, che essere qualificati è già paragonabile a una medaglia». In Italia, la lotta non è tra gli sport che godono di una particolare attenzione mediatica, ma altrove, come spiega lo stesso Campanella, non è così: «Nei Paesi dell’est e dell’ex Unione sovietica la lotta è sport nazionale. Poi anche in paesi asiatici come Iran e Azerbaigian è molto importante. Noi quest’anno abbiamo avuto Frank Chamizo che è stato capace di conquistare la medaglia di bronzo nei 66 chilogrammi, dando un po’ di risalto e visibilità a questa disciplina».

Tra il ’92 e il ’96, il catanese Campanella raggiunge i maggiori risultati in carriera con le due partecipazioni olimpiche: «Le esperienze alle Olimpiadi di Barcellona e di Atlanta sono state importanti. Si tratta di una manifestazione che avevo vissuto da bambino guardandola in tv. Le consideravo un obiettivo non per esseri umani perché si pensa sempre di non poterci arrivare. Invece qualche anno dopo c’ero dentro e avevo anche conquistato una medaglia agli Europei nel ’92 in Danimarca». Adesso, dopo aver smesso, l’ex atleta non si è allontanato dallo sport di cui è innamorato, curando aspetti più burocratici: «Ho incarichi prestigiosi all’interno della Fijlkam (Federazione italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) che quest’anno ha chiuso con tre medaglie olimpiche. Finita l’attività di atleta, ho intrapreso quella di dirigente federale e dirigo il centro federale di Catania che ha una struttura di circa 3-4mila metri quadrati, che noi mettiamo a disposizione gratuitamente per tutte le altre discipline».

Salvatore Campanella, che è anche presidente provinciale della Fijlkam, fa un excursus relativo agli impianti presenti nella provincia: «A livello di strutture mi posso esprimere su quelle presenti nella provincia di Catania. Non abbiamo grandi impianti, il problema è quello di mantenerli perché a volte sono fatiscenti. Questo perché i Comuni non possono garantire la manutenzione. Noi abbiamo preso un impianto in gestione e abbiamo ospitato anche diverse federazioni, come la scherma in occasione dei campionati del mondo, il rugby o il pugilato. Questo sempre a titolo gratuito». Il dirigente tiene però a precisare come l’impianto gestito direttamente dalla Fijlkam a Catania sia un ottimo esempio: «La nostra struttura, comunque, è un modello virtuoso per l’ottima gestione della Federazione che la sosterrà anche nel corso del prossimo quadriennio olimpico».

«Nell’ultimo biennio – continua Campanella parlando di giovani – ci sono stati sempre non meno di 500 ragazzini. Il problema è che resta una disciplina molto difficile e impegnativa: a livello di pratica ci si confronta a torso nudo e ci vuole un carattere di un certo tipo, perché questo può provocare vergogna se uno magari si sente più grasso o più secco». L’attenzione a livello giovanile è qualcosa a cui il presidente Campanella tiene molto e già alcuni prospetti interessanti potrebbero partecipare ai prossimi Giochi Olimpici: «La crescita dei ragazzi negli ultimi anni ci ha dato ragione e quattro atleti siciliani hanno partecipato quest’anno ai campionati europei, tra cui Teresa Lumia che ha conquistato un bronzo. Tre atleti siciliani sono stati inseriti nel programma olimpico Tokyo 2020: oltre a Lumia (49 chili), nella lotta libera troviamo anche Carmen Di Dio (52 chili) e Ignazio Sanfilippo nella lotta greco-romana (66 chili)».

Luca Di Noto

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