Loreta Gulotta svela i segreti dei siciliani della scherma «Ci divertiamo tantissimo a parlare in dialetto tra di noi»

«Ho cominciato a soli sei anni, alle scuole elementari. Hanno fatto una dimostrazione a scuola e mi sono subito appassionata». La scherma per Loreta Gulotta non è più una semplice passione, bensì il suo mestiere. Ventinove anni compiuti lo scorso maggio, nata a Salemi, a oggi è l’unica atleta siciliana originaria della provincia di Trapani che parteciperà alle prossime Olimpiadi in programma ormai tra poche settimane. Specializzata nella sciabola, Gulotta non ha però mai messo da parte lo studio, come testimonia anche la laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali. «Diciamo che l’allenamento negli anni mi ha aiutata – spiega l’atleta –. Sin dalle elementari è stato complicato conciliare sport e studio, ma con impegno e sacrificio si fa tutto».

Una grandissima passione dell’atleta salemitana è sicuramente il beach volley: «È vero, sono un’appassionata, mio fratello giocava a pallavolo e da piccolina mi aiutava a imparare i fondamentali. Lo seguivo a  ogni partita e la passione per questo sport è cresciuta sempre di più». In Brasile, di certo, le spiagge non mancheranno ed è Gulotta stessa a confessare a Meridionews, tra il serio e il faceto, le sue intenzioni in merito: «Ho provato a giocare in spiaggia e da quel momento quando trovo un campo gioco ne approfitto. A Rio, con attenzione e nascosta dallo sguardo del mio ct, magari riuscirò a fare qualche tocco sulla spiaggia di Copacabana».

Come già accennato, l’arma in cui è specializzata la ventinovenne è la sciabola. Una specialità scelta non per caso, ma per motivi ben precisi: «Da piccola – continua Gulotta – ho cominciato col fioretto, poi ho provato con la sciabola e ho subito capito che mi apparteneva di più lo spirito di questa specialità. È molto più aggressiva, veloce, esplosiva. Hai pochi secondi per fare la scelta giusta e questa cosa mi piace molto». Di recente, agli Europei, Loreta Gulotta ha ottenuto un ventunesimo posto a livello individuale e un quinto posto con la squadra, risultati che non l’hanno di certo lasciata soddisfatta: «Gli Europei purtroppo sono stati abbastanza sfortunati. Gli obiettivi sono alti, naturalmente non mi azzardo a fare pronostici e vedremo come andrà».

I siciliani della scherma che parteciperanno alle Olimpiadi saranno ben sette, un numero importante per una squadra che conterà circa una quindicina di atleti: «La tradizione siciliana di fioretto e spada – continua Gulotta – è molto forte soprattutto nel Catanese. Penso che questa grossa presenza sia merito di alcune caratteristiche importanti di noi siciliani e sicuramente il supporto dei nostri tecnici è fondamentale». I conterranei hanno un buon rapporto tra loro e, grazie anche ai progressi della tecnologia, si tengono frequentemente in contatto: «Ci vediamo quando i ritiri tra le armi si incrociano oppure alle gare. Ci sentiamo tutti molto fieri e inoltre – ammette la salemitana – ci divertiamo un sacco a parlare in dialetto».

In Italia, la scherma è stata sempre una delle punte di diamante dello sport nostrano. Ecco perché non è difficile prendere a modello ex atleti azzurri: «Nel panorama dello sport mondiale ci sono molti atleti che ammiro tanto ma una su tutte per me è stata Giovanna Trillini. La guardavo in Tv come protagonista alle Olimpiadi – spiega la schermidora – e poi ho avuto l’onore di conoscerla e allenarmi con lei nel periodo in cui Magro era ct del fioretto e della sciabola e facevamo i ritiri insieme! Oltre a essere stata un’atleta eccezionale, è una donna magnifica. Mi piaceva la sua personalità dentro e fuori dalla pedana». L’atleta, infine, confida a Meridionews come si carica prima di una gara importante: «Ascolto Anastacia durante il riscaldamento. La parte che precede gli assalti, invece, è tutta dedicata a trovare la giusta concentrazione».

Luca Di Noto

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