L’onorevole Digiacomo su Fb: «Forza Etna!» Polemica sul sostegno allo scalo di Comiso

«Forza Etna! (Non troppo, quanto basta)». Voleva essere una battuta quella dell’onorevole della Regione siciliana Giuseppe Digiacomo scritta sul gruppo Facebook a sostegno dell’aeroporto di Comiso. Un’allusione ai benefici per il nuovo scalo, dichiarato lo scorso dicembre alternativo a quello etneo di Fontanarossa in caso di emissione di cenere da parte del vulcano. Ma i cittadini, catanesi e non solo, non hanno gradito la battuta. Ricordandone il tono razzista ma, soprattutto, gli ingenti costi per i Comuni del Catanese che ogni pioggia vulcanica porta con sé. «Le eruzioni dell’Etna sono tra i primi attrattori turistici dell’isola. Da sempre. Se l’Etna erutta lo spettacolo grandioso riempie gli alberghi. Se l’Etna erutta si atterrava a Palermo. Adesso a Comiso – insiste Digiacomo in successivo post nello stesso gruppo – Non è nei poteri umani definire come e quanto e quando. Comunque, la mia è stata una battuta infelicemente cinica e di vago sapore leghista. Me la potevo evitare. Forza Comiso! Va bene così?», chiede scusa l’onorevole.

Giuseppe Digiacomo, per tutti Pippo, comisano di nascita, è legato alla cittadina del Ragusano da una lunga storia politica. Già assessore comunale alla Cultura dal 1990 al 1994 e consigliere fino al ’98, è stato sindaco di Comiso per quasi dieci anni con la sinistra – prima Ds e poi Pd – e da due legislature siede all’assemblea regionale siciliana tra le file dei democratici. Una carriera politica che lo ha portato tra i vertici della Sicilia orientale nel partito, eletto nel 2007 coordinatore provinciale. Ma per i comisani resta Pippo piazzetta, nomignolo dovuto alla realizzazione di numerose piazze in paese durante la sua sindacatura. In questi giorni il suo nome è comparso tra quello dei deputati indagati per i presunti illeciti nelle richieste dei rimborsi spese dell’Ars.

Sostenitore dell’importanza dello scalo comisano in questi sei anni di attesa di apertura della struttura, Digiacomo ieri, a mezzanotte passata, scrive sul gruppo Facebook Aeroporto di Comiso il suo particolare augurio per lo sviluppo dell’aerostazione. Che passa anche dalla decisione di renderla scalo alternativo a Fontanarossa nel caso in cui la cenere dell’Etna dovesse costringere alla chiusura dell’aeroporto etneo, dirottando i passeggeri in partenza e in arrivo proprio a Comiso. Ma non tutti la prendono bene. «Pippo, la tua battuta mi ricorda tanto alcuni momenti di sofferenza della mia vita a Torino – risponde Luciano E. – “Forza Etna” (era l’augurio a tutti i siciliani perché scomparissero, sommersi dalla lava e non invadessero il loro nord) e il regalo di un fustino di Dash agli operai che prendevano il treno per la Sicilia perché la pubblicità del momento recitava “Chi prende Dash non torna indietro”. Che Comiso continui a crescere e che l’Etna stia tranquilla».

Una «battuta infelice», «da leghista», «di pessimo gusto» anche secondo altre decine di cittadini. E che ricorda da vicino la polemica online degli scorsi mesi su un altro gruppo Facebook, Etna, cancella la Sicilia, e la denuncia di qualche anno fa a carico di Donatella Galli, consigliera della Lega della Provincia di Monza e Brianza, per la frase «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili!», scritta sempre sul popolare social network. Ma, al di là della delicatezza delle parole di Digiacomo, non sono in pochi a fare notare quanto l’augurio dell’onorevole non tenga conto dei danni della cenere vulcanica nel Catanese.

«Se qualcuno avesse idea dei contraccolpi socio economici che causa la pioggia di cenere nel comprensorio etneo non farebbe certe battute», commenta Cosimo T. Scuole chiuse, divieto di circolazione e soprattutto gli alti costi di smaltimento sostenuti dai Comuni: in media dai cinquemila ai diecimila euro, da reperire nell’arco di poche ore. «Non è una bella battuta in questo momento per l’Apt (azienda provinciale per l’incremento del Turismo) di Catania. Ci sono 21 licenziati con la scusa della cenere! Non vorrei essere nei panni di quelle famiglie che meritano rispetto», sottolinea Alessandro E. «Se volete che il “vostro” aeroporto decolli, fate alzare le chiappe ai vostri politici e non sperare su una calamità che porta enorme disagio a tutto il catanese. Poi per cosa? Per quattro voli in più? Per un giorno di gloria? Ridicolo», riassume la questione Francesco L.

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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