A Taranto, anche se con qualche ano di ritardo, hano scoperto che l’Ilva – ex Italsider – appesta l’aria. Avvelena la gente. E forse la fa pure morire. I cittadini sono insorti. Sanno che l’industria dà lavoro. Ma non ci stanno a morire per difendere i posti di lavoro. Con molta probabilità, riuscirannoo ad ottonere un miglioramento dele condizioni ambientali, costringendo l’azienda, Regione Puglia e Comune di Taranto a investire per la qualità della vita.
In Sicilia le raffinerie e, in generale, i ‘mostri’ della chimica inquinano da quarant’anni e forse più. La gente si ammala. O muore. I bambini, in alcune aree del Siracusano (Priolo e Melilli) nascono deformi. Ma non si riesce a ottenere il miglioramento della qualità dell’ambiente. Mentre le proteste – che non mancano – non guadagnano quasi mai le luci della ribalta. Il tutto con i governi – nazionele e regionale – che ipotizzano ‘risanamenti’ che non si materializzano mai.
Per non parlare della politica. Che aveva già pronto un secondo rigassificatore per Melilli. Bloccato dal governo regionale non per convinzione, ma perché c’era un’indagine della Procura e qualcuno rischiava di finire al fresco.
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