Leggiamo sui giornali on line – e, con molta probabilità, lo leggeremo domani anche sui quotidiani cartacei – che il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo,si accinge a varare il suo non ricordiamo più se quinto o sesto governo. La cosa ci rincuora perché, fino a qualche settimana fa, avevamo letto che il presidente si sarebbe dimesso e che le elezioni regionali sarebbero state celebrate a ottobre. Per fortuna – con la ‘nuova’ dellatteso rimpasto della giunta – le notizie di dimissioni vengono smentite.
Meglio così. In fondo, non è che qualche incheistuccia di sfaccendati magistrati può mettere in pericolo un governo regionale che sta dando grande lustro alla Sicilia per limpegno profuso e, soprattutto, per i grandi risultati ottenuti sul piano amministrativo, politico e – lasciatecelo dire – anche elettorale. Non scherziamo con le cose serie!
Detto questo, noi ci permettiamo di dare qualche suggerimento a Lombardo sui nomi della quinta o sesta giunta regionale che starebbe pe rivedere la luce. Intanto vorremmo spezzare non due lance, ma due lancette di orologio per Massimo Russo e Gaetano Armao, giusto per fermare gli orologi. Presidente Lombardo, glielo diciamo non con il cuore, ma non i reni: questi non devono assolutamente lasciare la giunta. Hanno raggiunto risultati inimmaginabili (e diciamo seriamente…). La sanità di Russo un gioiello che, se per ora non brilla, è perché non hanno avuto il tempo di lucidarlo. Ma quando verrà lucidata sarà perfetta come la medicina del territorio della Sicilia che tutto il mondo ci invidia…
Nessuno, in Sicilia, prima di Massimo Russo, aveva detto che i malati non vanno solo curati, ma anche presi in cura. E l’esempio lo abbiamo nei Pronto soccorso dellIsola, dove i pazienti vengono presi in cura per dieci-dodici ore prima di essere visitati. In quali altre strutture sanitarie pubbliche i pazienti vengono presi in cura per dodici ore?
Non deve toccare nemmeno lassessore Armao, straordinario autore di un bilancio regionale con i baffi. E non guardi alle oltre 80 norme impugnate dal commissario dello Stato: guardi alla sostanza di un bilancio che non può essere utilizzato perché pieno di buchi, ma grandioso dal punto di vista artistico.
Insomma, presidente: Massimo Russo e Gaetano Armao vanno confermati perché sono troppo bravi. E, soprattutto, popolari. Ormai non possiamo fare a meno della loro intelligenza. Anche elettorale. Sì, elettorale, perché alle recenti comunali di Palermo la loro lista ha avuto, checché se ne dica, uno straordinario successo. Armao e Russo hanno dimostrato, infatti, che non è vero che i medici sono macchine da voti: infatti quelli che sono finiti in lista con loro sono stati trombati, sfatando un mito clientelare e negativo. I medici, quando vanno in altre liste, sfondano. Con Armao e Russo hanno fatto un flop. Le pare poco? Premiamoli.
Un premio, a nostro modesto avviso, va ad Alessandro Aricò, il candidato a sindaco di Palermo che magari non ha sfondato, ma ha pur sempre partecipato. Lo sappiamo: lui non è andato al ballottaggio (via, gli sono mancati apena 40 mila voti: cosa vuole che siano?) e la sua lista non ha raggiunto il 5 per cento. E allora? Bastano questa facezie per penalizzarlo?
Se proprio non vuole Aricò si prenda almeno Nino Lo Presti, parlamentare nazionale da Porcellum che, nella corsa per il Consiglio comunale, ha raggiunto la cifra record di 700 voti. Le sembrano pochi? Presidente, non faccia il fiscale: li ha visti i voti dei candidati dellMpa al Consiglio comunale di Palermo? Via, non faccia scherzi: o Aricò, o Lo Presti. Non toccando, ovviamente il messinese dellassessorato al Turismo, come si chiama?, Tranchida o Tranchina. Insomma: non è che con sto rimpasto deve dare qualche dispiacere a quel genio di Carmelo Briguglio. Per favore!
Un posto – diciamolo – lo merita anche lonorevole Riccardo Savona. Lo sappiamo: è quello che ha previsto la disfatta di tutte le sue liste trombate al Consiglio comunale di Palermo. E una mezza Cassandra? Non è così. Capisce le cose prima degli altri. Gliene fa una colpa?
Ovviamente, va lasciato lì dove si trova Mario Centorrino. In Piemonte lo venerano. Era dai tempi dei Savoia che la Sicilia non godeva di un’assistenza tecnica di così alto livello. Una volta ci mandavano i generali a sparare sui briganti. Ora dal Piemonte, grazie a Centorrino, importiamo briganti e dirigenti generali. E’ già un passo avanti. Che dice? Ha creato quasi novemila disoccupati? E’ il minimo che poteva fare visto che va d’accordo con la ministra Elsa Fornero.
Presidente Lombardo: non è che dal rimpasto ci lascia fuori il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici? Se dovesse fare una cosa del genere sappia che ci ha sulla coscienza. Noi ci faremmo ammazzare pur di vedere Antonello sulla plancia di comando di un assessorato. Sarebbe un giusto premio dopo lo straordinario successo della lista del Pd alle elezioni comunali di Palermo.
Lei forse non lo sa, perché e catanese, ma Cracolici è sempre stato un fenomeno politico. Nel 1990 – insieme ad altri – alle elezioni comunali, sempre a Palermo, portò la lista del Pci-Pds (che allora si chiamava Insieme per Palermo) da 12 a 6 consiglieri comunali.
Ora, il Pd, di consiglieri comunali ne ha presi tre. E lui nemmeno uno. Antonello scala sempre, come a Tunnina a Palermo (il periodo coincide: tra poco mangeremo il tonno). Ed è sempre premiato: più manda il suo partito giù, più lo tirano su.
Sì dopo il successo di Palermo Antonello merita di fare lassessore. Nessuno, nel Pd, ha il suo intuito. Nemmeno Giuseppe Lumia. Se lo lasciano lavorare ancora per qualche tempo Cracolici libera la Sicilia dal Pd… Facciamolo governare ancora…
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