Pochi soldi, difficoltà organizzative e di contesto, nessun supporto dalle istituzioni. E infine la chiusura. Sono simili le storie della saletta di musica Alan Lomax e della biblioteca sociale Mangiacarte, attività culturali presenti per anni nel centro storico di Catania e cessate rispettivamente a giugno e ad agosto del 2014. Sabato prossimo però, grazie all’aiuto di un’altra realtà cittadina – il Gar gruppo azione risveglio -, riapriranno entrambe in uno dei luoghi simbolo del degrado e dell’abbandono: la palestra di piazza Lupo.
Nata negli anni ’60 come palestra di scherma, la struttura si trova in un punto centralissimo della città, a due passi da piazza Cutelli e da via Teatro Massimo. Eppure, prima dell’intervento di pulizia e recupero del Gar del dicembre 2012, dal nome evocativo di RiappropriAzione 2.0, i locali venivano usati da alcuni senza tetto come rifugio. Unico progetto per l’area, oggi sospeso, la realizzazione di un grande parcheggio scambiatore, come previsto dall’ex sindaco di Catania Umberto Scapagnini negli anni in cui ebbe dal governo di Silvio Berlusconi i poteri speciali per l’emergenza traffico.
«Sul modello di quanto fatto altrove in città, come nel campo San Teodoro a Librino, vogliamo riprendere possesso di questa struttura per restituirla alla città sperimentando nuovi modelli di partecipazione», spiega Mirko Maccarronello, uno dei soci della Lomax che ad inizio di quest’anno ha dovuto prendere la difficile decisione di chiudere l’attività. «L’idea di riutilizzare la struttura – continua Maccarronello -, è stata proposta anche al Comune di Catania attraverso il bando Pari, in collaborazione con il Gar che ci ha dato le chiavi. Ma è stata rigettata, essendo questa a tutti gli effetti una struttura “non nella nostra disponibilità”». La Lomax non si è però fermata alla mancanza di fondi, e «l’idea progettuale è che ci siano varie realtà che organizzino varie attività in base ai giorni, con la speranza che sia aperto tutti i giorni dalla mattina alla sera: chiunque voglia usarla ci contatti, questo è uno spazio aperto a disposizione della città».
Secondo un primo calendario di massima, Mangiacarte usufruirà degli spazi la mattina, mentre hanno già aderito all’idea progettuale, definitta «un percorso collettivo», la Ciclofficina Etnea, il gruppo TdO Punteruolo e le associazioni di promozione sociale, culturale ed ambientale, circolo Arci Faber e collettivo Ananseè. «Sabato prossimo la prima giornata di apertura – conclude Maccarronello – prevederà un pranzo sociale, un’assemblea di presentazione e discussione del progetto seguita da musica dal vivo». Al momento di condivisione e convivialità seguirà un pomeriggio di raccolta dei materiali donati e di lavori di allestimento dell’immobile.
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